I missili francesi. Trovata la pistola fumante? Dopo tre mesi di inconcludente battaglia per Tripoli in cui si sono però registrati almeno mille morti, iniziano a emergere in modo più chiaro gli appoggi di cui avrebbe goduto il generale Haftar per tentare la sua avventura militare sulla capitale libica.

L’ultimo elemento a far discutere sono quattro missili anticarro Javelin catturati alle forze di Haftar durante la battaglia in cui sono stati sconfitti e costretti a ritirarsi dal nodo strategico ci Gheryan, a sud di Tripoli.

Armi statunitensi

Questi quattro missili anticarro sono di fabbricazione statunitense, ma il punto vero è che risultano parte di una partita venduta qualche anno fa dagli Stati Uniti alla Francia.

Proprio a quella Francia che è sempre stata sul banco degli imputati come prima sostenitrice dell’offensiva militare di Haftar, ruolo che Parigi ha sempre negato maldestramente continuando a barcamenarsi fra diverse posizioni diplomatiche.

Questo ruolo della Francia è stato sempre apertamente denunciato dal governo di unità nazionale guidato dal primo ministro Fayez al Serraj, cioè il governo riconosciuto dall’ONU e appoggiato dall’Italia, anche se in modo via via più timido.

Le rivelazioni del NYT

A rivelare la presenza dei missili “francesi” negli arsenali dell’uomo forte della Cirenaica è il New York Times, e la vicenda indubbiamente mette Parigi in grande imbarazzo.

I Javelin in grado di colpire con precisione carri armati ed elicotteri a bassa quota; entrato in servizio nel 1996 - troppo tardi per la prima Guerra del Golfo, dove erano stati impiegati i predecessori M47 Dragon - ma in tempo per servire contro i vecchi carri T59 di produzione cinese in dotazione ai Talebani nel 2001 e contro i T- 72 “Leoni di Babilonia” di Saddam nell’invasione dell’Iraq del 2003, il Javelin viene definito un’arma “usa e getta”, pensata sostanzialmente per colpire i carri armati, ma efficace anche contro gli elicotteri corazzati in volo a bassa quota.

Gli esemplari sono stati venduti dagli Stati Uniti agli alleati con il divieto esplicito di cederli a terzi.

Secondo le indagini del dipartimento di Stato Usa, i missili trovati a Gheryan furono venduti alla Francia nel 2010.

La conferma francese

Un consigliere del ministro della Difesa francese ha confermato che i missili appartenevano alle forze armate transalpine, ma ha aggiunto che erano danneggiati e non avrebbero comunque potuto essere usati in combattimento.

Comunque è innegabile che siano armi avanzate di proprietà francese ritrovate nella Santa Barbara di Haftar.

I missili, precisa il ministero della Difesa, erano destinati all’ «autodifesa» di unità francesi dispiegate nel quadro di una missione di «ricognizione in materia di anti- terrorismo».

Il dito puntato contro la Francia non riguarda solo il fatto che Parigi sembra continuare a perseguire in Libia una propria politica diversa da quella dell’Unione europea e dell’Onu e mirata ai soli interessi nazionali ( lo sfruttamento delle risorse di petrolio e gas naturale), ma c’è anche il tema della violazione dell’embargo sulle armi ai libici voluto dall’Onu, il che costituirebbe una flagrante violazione.

Per la verità, se al governo di Serraj arrivano droni e armi turche e alle truppe di Haftar blindati emiratini. Ma proprio gli Emirati starebbero pensando di uscire dall’impasse sostituendo Haftar con l’ambasciatore al- Nayed come guida politica della Libia orientale.