Donne alla gogna. Ancora una volta è una “femmina” a tenere banco. Nella delicatissima vicenda che vede coinvolto Luca Palamara, già componente del Csm, ed ex segretario dell’Associazione nazionale magistrati, si infila a viva forza, passata ai giornali, la storia privata.

L’accusa di aver tentato di pilotare le nomine delle principali procure italiane è roba seria, dirompente. Ma le gite fuori porta di Palamara, finite nel tritacarne del trojan, risultano al palato dell’opinione pubblica più leggere e divertenti. Vuoi mettere, non c’è gara.

«Abbiamo vissuto sette anni di lusso» dice Adele, compagna dell’ex consigliere, ignara di essere intercettata, già un filo di rimpianto nella voce. Sette anni sono tanti, e il guaio è che poi ci si abitua. Da Ibiza a Favignana pare che ci pensasse l’amico imprenditore Centofanti a pagare i conti della coppia.

Tutto finito sui giornali, quasi a rivaleggiare con la vera storia che è un’altra. Non l’infedeltà privata di Palamara ( e chissà se la moglie l’ha scoperto così...) ma il ben più grave tentativo di utilizzare la propria posizione dentro il Csm per gestire l’organigramma della magistratura nelle sue posizioni apicali.

Un’accusa coperta dal “parfum de femme”. E quindi ecco l’insegnante di ginnastica Adele diventare la sirena che ha messo fuori strada il maschio. Si è fatta comprare l’anello da duemila euro, ristrutturare casa, ha beneficiato di “anni di lusso” in luoghi nemmeno tanto esotici ma pur sempre trendy. E soprattutto gratis. Si annusa la solita punta di sessismo, che non significa simpatizzare necessariamente per la signora.

Possibile che si debba offrire la storia privata in pasto al lettore? Possibile che accanto a intercettazioni pesanti dal punto di vista politico e giudiziario si conceda alla curiosità collettiva una via d’uscita fatta delle solite ostriche e champagne, con svergognamenti vari? Con il risultato che il capitolo cosiddetto pruriginoso finisce per prevalere nel ricordo e nella valutazione “etica” sui veri misfatti denunciati?

Una vecchia storia che si ripete. Dietro ogni uomo denunciato c’è sempre una donna che sembra averlo assecondato e ispirato. Dall’inchiesta emerge la scelta del procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, ora dimissionario, di allertare Palamara sull’indagine avviata contro di lui dai colleghi di Perugia.

Ma le scampagnate tra Taormina e Madonna di Campiglio con Adele hanno pubblico più vasto. Del resto, chi si ricorda del capogruppo Pdl alla Regione Lazio Franco Fiorito, accusato di aver dirottato fondi pubblici destinati al partito per migliorare la sua già ottima qualità della vita?

Alla voce Fiorito, se cercate su Internet, si materializza la fidanzata di allora, Samantha, all’epoca braccata perché raccontasse il suo viaggio da 50 mila euro alle Maldive, suite di 500 metri quadri. «Oggi cammino per strada e ricevo insulti da parte di sconosciuti», rivelava afflitta ad un settimanale. Cherchez la femme… Fiorito non lo ricorda più nessuno e magari qualche maschio lo invidia per come si è svagato ai suoi tempi, tra Positano, Montecarlo, Capri e le Maldive. Con Samantha.

Storie diverse unite dal comune denominatore della “femmina predatrice” o presunta tale. Chi si ricorda dell’ormai defunto presidente delle Filippine Ferdinando Marcos? Non era propriamente un liberal, era un dittatore che fece mettere in galera o scomparire i suoi oppositori. Però, confessate: tutti noi sappiamo che Imelda Marcos, sua moglie, collezionava scarpe. Quando il loro potere tramontò, le telecamere entrarono nella dimora presidenziale. I cronisti si fiondarono nei segreti della coppia. Contarono 2700 paia di scarpe. Cherchez la femme.