Autonomie. Nuova fumata nera sull’Autonomia. Dopo oltre tre ore di confronto, il vertice di governo si conclude con un nuovo rinvio: il dossier tornerà sul tavolo di Palazzo Chigi giovedì mattina.

Nonostante i «passi in avanti» annunciati dalla ministra per gli Affari regionali, Erika Stefani, i due partner di maggioranza non riescono ancora a trovare una sintesi. Bisogna andare «avanti ad oltranza» perché i nodi da sciogliere restano ancora parecchi.

La posizione dei 5 stelle e della Lega

Il Movimento 5 Stelle spinge per «una proposta più equilibrata», definendo meglio i Lep, ovvero i livelli essenziali delle prestazioni «che devono essere garantiti ad ogni italiano indipendentemente da dove vive», fanno sapere i grillini.

Ma non solo, c’è anche il tema istruzione a dividere gli alleati: a essere contestato è l’articolo 12 del testo Stefani sull’assunzione diretta dei docenti che, in sostanza, prevede i concorsi regionali.

Un “dettaglio” definito dai pentastellati «dannoso» per le altre Regioni, «con il rischio di istituire scuole di sere A, serie B e persino C».

Da chiarire anche le norme generali non cedibili rispetto a cicli, piano di studio, valutazioni di sistema, alternanza scuola- lavoro, formazione degli insegnanti, contenuto dei programmi, norme sulla parità scolastica, offerta formativa.

«Sono stati sollevati dei punti di vista su alcune materie, come quelle delle concessioni autostradali e le ferrovie», spiega la ministra Stefani, aggiungendo altri elementi alla lista delle difficoltà riscontrate durante il vertice.

«Sono state poste anche delle questioni in materia di istruzione, in particolare la questione degli organici. Le Regioni hanno un grosso problema di copertura degli organici: la proposta che facciamo noi è di riuscire a fare una integrazione degli organici», argomenta l’esponente leghista.

Congelato, per il momento, anche il capitolo dei Beni culturali, su cui si attende un intervento chiarificatore del ministro Alberto Bonisoli in tema di sovrintendenze e piani paesaggistici.

Strada in salita

Insomma, la strada delle autonomie differenziate sembra ancora abbastanza lunga, nonostante l’ottimismo ostentato dai due partiti di maggioranza.

Il rischio è che un’ulteriore dilazione dei tempi possa generare nuove tensioni. E non solo in materia di regionalismi.

Sul tavolo delle contrattazioni c’è anche il decretto Sicurezza bis che a breve arriverà in Aula per l’approvazione.

Il primo banco di prova saranno gli emendamenti al testo, già annunciati da entrambi gli alleati. per rendere efficace la confisca immediata delle navi che violano le norme del decreto e sul fronte delle sanzioni, con un inasprimento degli importi.

I grillini però spingono anche per un intervento sul fronte rimpatri, creando qualche attrito con la Lega.

Non sono esclusi poi emendamenti depostitati da singoli cinque stelle” disobbedienti” non concordati col gruppo parlamentare. Così come i relatori leghisti potrebbero presentare delle proposte di modifica senza alcun preventivo confronto nella maggioranza, come già avvenuto in passato.

Risultato: oltre a saltare i nervi di Di Maio e Salvini, l’alleanza stessa del cambiamento verrebbe messa ancora una volta a dura prova.