Dublino, la città che ha dato i natali al grande scrittore James Joyce, il centro mondiale dell’industria della birra della Guinness, ha sempre di più i colori dell’Asia. I cittadini della repubblica Popolare conoscono bene l’Italia o la Francia, nazioni ricche di storia come l’antica Cina, ma preferiscono nettamente l’Irlanda su un punto particolare: è al quinto posto a livello mondiale tra i cinesi ricchi che intendono prendersi un’altra cittadinanza. Stiamo parlando di gente come il tycoon dell’industria del carbone Zhang Yuesheng, gente potente, persone influenti. La lingua usata nel paese, l’inglese, la bassa tassazione, la ottima qualità della vita e la fortissima propensione a favore del cambiamento del popolo irlandese sono i fattori alla base di una scelta che a prima vista sembra un po’ strana.

Ma tra Irlanda e Asia c’è dell’altro. L’Irlanda è un attore internazionale interessante. Il “tigrotto celtico”, l’Irlanda è chiamata così per la crescita economica eccezionale negli anni precedenti la crisi dell’euro, ormai da un ventennio, per la precisione dal 1999, ha deciso di attuare una politica ben pianificata verso la Cina e verso l’Asia in generale. Si chiama ‘ Irish Asian Strategy’. Grazie ad essa i legami della “tigre celtica” con la regione più dinamica del mondo, l’Asia, si sono accresciuti esponenzialmente in questi venti anni.

Partiamo dal commercio. Secondo i dati cinesi, l’interscambio fra i due paesi si è moltiplicato fra il 2018 e il 2017: le esportazioni della Repubblica Popolare sono aumentate del 24 per cento; l’export della Repubblica d’Irlanda verso l’Impero di mezzo è accresciuto del 33 per cento.

I prodotti alimentari dell’isola sono alla base di questo sviluppo commerciale, manzo irlandese e latticini. La Cina si appresta a diventare uno del massimi mercati di sbocco per l’Irlanda. Ma essa è già un mercato chiave per gli agricoltori irlandesi che sono una costituency chiave per i partiti al potere a Dublino. La cosa è presto spiegata: anche gli agricoltori d’Irlanda devono vedersela con direttive e normative comunitarie. Ciò li può porre in una posizione delicata. I partiti moderati al potere a Dublino, in particolare l’attuale formazione al governo, conservatrice e liberale, il Fine Gael ( membro del PPE, il Partito Popolare Europeo), sono molto legati all’Irlanda rurale. Le esportazioni di manzo e latticini verso la Cina consentono una crescita economica rilevante di questo specifico ma importantissimo segmento sociale ed elettorale d’Irlanda. La cosa è talmente importante che i politici e diplomatici irlandesi sono diventati molto attenti a tutte le evoluzioni internazionali e le polemiche che scoppiano vicino alla situazione del regime politico cinese.

Manzo e latticini dunque sono al centro della relazione “speciale” sino- irlandese. O per lo meno sono al centro dello sviluppo dei commerci e dei relativi interessi politici. Ma Pechino e Dublino stanno tessendo rapporti che vanno ben al di là della carne e del latte. James Joyce e gli altri grandi autori della letteratura irlandese sono ben conosciuti a Pechino. Il turismo cinese in Irlanda e quello irlandesi in Cina cresce a colpi di decine di migliaia di visitatori rispettivamente.

Ma il fatto veramente interessante è del 2014. Un importantissimo fondo sovrano cinese, la China Investiment Corporation e il fondo pensionistico irlandese, il National Pensions Reserve Fund of Ireland hanno deciso di dar vita al China- Ireland Technology Growth Fund, con una dotazione di risorse di 100 milioni di dollari. Obbiettivo della nuova istituzione finanziaria comune Cina- Irlanda era ed è quella di finanziare investimenti in aziende dei due paesi relativi a tecnologie pulite e al software. La cosa deve essere tanto andata a genio sia a Dublino che a Pechino da replicarla con la “Fase Due” del Fondo comune, stavolta messo in piedi dalla CIC Capital ( una costola del fondo sovrano cinese China Investment Corporation) e dall’Ireland Strategic Investment Fund.

Lo scopo della Fase Due, che ha a disposizione 150 milioni di dollari, è quello di investire in aziende tecnologiche irlandesi che intendono guardare al mercato cinese. Cina e Irlanda stanno stringendo i bulloni di una partnership strategica molto importante. E quell’accordo fra le istituzioni finanziarie è un passaggio decisamente emblematico. Il primo ministro irlandese, recentemente, è stato chiarissimo: noi diamo il benvenuto - ha detto ai programmi cinesi per ulteriori liberalizzazione e a favore di ulteriori aperture al mercato dell’economia.

D’altra parte, anche gli investimenti cinesi nell’economia del tigrotto celtico sono decisamente significativi. Facciamo un breve elenco. Zhongze Group, gruppo imprenditoriale cinese, ha acquisito Goodbody’s, la seconda agenzia di cambio irlandese. In vista di Brexit, ovviamente, ovvero dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e quindi in vista di un ruolo molto più forte dell’Irlanda anche ai livello di servizi finanziari di importanza mondiale. E poi ci sono gli investimenti cinesi nell’industria bio- tech e high- tech, come l’acquisto di FLI Group azienda di ingegneria ambientale da parte di China Minsheng Investment Group, o ancora l’acquisto di 14 fattorie eoliche da parte di China General Nuclear Power’s. L’intreccio capitalistico sino- irlandese è in piena crescita.

Il cuore di questo attivismo è nell’industria finanziaria: l’Ir-landa è già il domicilio di un imponente volume di asset finanziari globali. Brexit rende immensamente attraente questo tesoro che potrebbe facilmente incrementarsi ulteriormente. Gli investitori cinesi, in vista anche di restrizioni da parte degli Stati Uniti nel grande conflitto economico globale in corso fra Usa e Cina, guardano con particolarissimo interesse a Dublino anche da questo punto di vista strategico.

Dublino ha legami strettissimi con gli Stati Uniti ed è bene attenta a mantenere sia questo rapporto strategico ma anche a difendere la sua autonomia geopolitica. La Repubblica d’Irlanda ha i suoi strumenti di pressione anche dal fronte americano. E’ poco conosciuto il fatto che l’Irlanda sia il quarto paese a mondo per controllo di debito federale americano. Al primo posto con oltre un trilione di dollari ciascuno ci sono Cina e Giappone. Segue il Brasile e poi al quarto posto, primo paese europeo, c’è la ‘ tigre celtica’ con oltre 300 miliardi di dollari. Si potrebbe pensare maliziosamente che l’Irlanda ha così acquisito un importante carta geopolitica di garanzia, una vera polizza di assicurazione con gli Stati Uniti.

Ma questo è solo un pensiero malizioso: in realtà Dublino sta accrescendo le relazioni con l’Asia mentre dall’altro lato intende mantenere il rapporto strategico con gli Stati Uniti.

Fin qui abbiamo parlato della tigre celtica e del Dragone cinese, ma in realtà l’Irlanda è molto attenta a tutta l’Asia. La sua strategia asiatica è rivolta all’intero continente. E poi non potrebbe essere altrimenti. Il popolo irlandese ha legami storici con l’India. Le due nazioni hanno lottato per l’indipendenza nazionale con lo stesso avversario, l’Impero britannico. I nazionalisti democratici indiani, guidati da Jawantral Nerhu e quelli irlandesi di Eamon De Valera, hanno avuto molti contatti.

Nazionalisti indiani e nazionalisti irlandesi studiarono bene le rispettive organizzazioni e realtà nella durissima lotta contro il colonialismo britannico. Entrambi i popolo hanno fuso nella lotta per l’indipendenza le proprie identità religiose: il cattolicesimo è la bandiera della nazione irlandese, l’induismo, l’islam e le altre fedi sono fondamentali per la nazione indiana e si sono fuse assieme nella lotta per l’indipendenza grazie al metodo della non violenza del Mahtama Gandhi.

Entrambi i paesi poi hanno mantenuto stretti legami con l’ex Impero britannico. Oggi sono tante le organizzazioni non- governative irlandesi che lavorano ed operano nel subcontinente indiano.

Ma, specialmente, anche fra India e Irlanda si sta sviluppando un fortissimo intreccio capitalistico: grandi gruppi indiani come Reliance Life Science, Ranbaxy Laboratories, Wockhardt Group sono tra i protagonisti di questa relazione economica. I prodotti farmaceutici indiani sono al centro dell’interscambio commerciale indiano- irlandese sul fronte dell’export di Delhi; apparecchiature per le telecomunicazioni e i data sono invece al centro dell’interscambio suo fronte dell’export di Dublino.

Il volume dell’interscambio fra Irlanda e Cina è sicuramente molto più grosso di quello tra India e Irlanda, ma è diversa decisamente la sua qualità: la Cina importa carne e prodotti dell’industria casearia, l’India impianti per le telecomunicazioni ed esporta uno dei gioielli della propria economia, i prodotti farmaceutici.

Come abbiamo accennato, la lingua inglese normalmente parlata in Irlanda costituisce un asset economico ed anche politico importante per Dublino. Da tanti punti di vista: per la cittadinanza di cinesi ricchi, per il turismo e per lo sviluppo di relazioni forti nel settore dell’educazione e dell’istruzione.

Durante la sua visita in India, nel novembre 2012, il ministro dell’educazione di Dublino, Ciaran Cannon, ha detto esplicitamente, «Noi irlandesi vogliamo legami molto forti sul fronte dell’educazione con l’India, noi non soltanto vogliamo molti studenti indiani in Irlanda, ma anche molti studenti irlandesi in India, l’Irlanda cresce, abbiamo bisogno di commerci, se i nostri ragazzi hanno una forte esposizione internazionale, noi potremo crescere più facilmente» . Il settore dell’educazione è ritenuto fondamentale in Irlanda per la “strategia asiatica” del “tigrotto celtico”. Le istituzioni educative irlandesi di alto livello sono spinte ad andare avanti negli studi asiatici e cinesi. Ci sono importanti programmi per i giapponesi all’Università di Limerick.

L’Istituto Irlandese di studi cinesi all’University College di Cork si è molto ingrandito. L’Università Maynooth ha messo in piedi “Centri Irlandesi” a Pechino. Molti accordi sono stati stretti fra le università irlandesi e quelle asiatiche. Il celebre Trinity College di Dublino, famoso centro di studi d’Irlanda, pieno di ragazzi di tutta Europa, diventerà sempre di più un importante luogo di ricerche e di interscambio culturale fra l’Oriente asiatico e l’Occidente europeo. Ma d’altra parte, l’obbiettivo dell’Irlanda è proprio questo: fare da ponte fra est ed ovest, in nome delle rispettive lotte contro il colonialismo.

Il Regno Unito vuole uscire dall’Europa unita, perchè un cospicuo settore della società britannica si sente ingabbiato dal vecchio continente?

La Repubblica d’Irlanda, che peraltro costituisce con la delicatissima questione del confine del Nord Irlanda una issue molto perigliosa per Westminster, in questi mesi, si candida a diventare un terminale importante dell’Oriente in Europa grazie alla lingua dei vecchi colonizzatori, l’inglese, e allo stesso tempo usando la propria identità storica nazionale anti- colonialistica.