Dalle dichiarazioni di Salvini («inutile benzina sul fuoco dello spread»), all’Iva («sarebbe folle aumentarla») e alla flat tax («no se favorisce i ricchi»), dalle semplificazioni fiscali che «liberano l’energia produttiva delle imprese» cui ha lavorato in prima persona, allo stop all’autonomia del Nord («Se qualche governatore pensa di tenersi tutti i soldi a scapito dei territori più in difficoltà, si sbaglia di grosso»). Carla Ruocco, deputata M5s e presidente della Commissione di Bilancio, illustra con estrema chiarezza strategie e obiettivi economici del governo, travolto dalle polemiche sullo spread.

Presidente, Salvini si è detto pronto a sforare la soglia del 3% di deficit e anche del debito, che a suo parere può essere portato anche al 140%. Intanto lo spread è schizzato a 290 punti. Che tipo di manovra si potrà fare, se si continuano a spaventare i mercati da qui a fine anno?

Non accetteremo mai di farci dettare l’agenda dallo spread, questo sia chiaro, ma le dichiarazioni di Salvini sono inutile benzina sul fuoco, sia per il modo che per il momento. Qualche voto in più in campagna elettorale non giustifica un atteggiamento così irresponsabile. Ciò detto noi rimaniamo fermamente convinti che il rapporto debito/Pil si possa abbassare soltanto attraverso la crescita e già da ora garantiamo che l’Iva non aumenterà e che anche la prossima manovra sarà espansiva.

Qualcuno però contesta anche al M5s di aver avallato il deficit al 2,4 per cento, al tempo della festa sul balcone di palazzo Chigi. Il Movimento ha cambiato atteggiamento?

Come detto, è anche una questione di tempismo. Cosa serve fare la voce grossa a cinque mesi dalla legge di Bilancio? Noi lo scorso autunno abbiamo intavolato una trattativa a testa alta con Bruxelles e siamo orgogliosi di averlo fatto, perché se avessimo rispettato i numeri del governo Gentiloni a quest’ora non ci sarebbe il Reddito di Cittadinanza, non avremmo abbassato la pressione fiscale sulle Pmi e quasi certamente saremmo in recessione.

Anche il premier Conte ha espresso preoccupazione sull’Iva: possibile scongiurarne l’aumento, mentre la Lega continua a insistere di non volerla aumentare? E le risorse?

Siamo contrari anche noi. L’Iva è la più regressiva delle imposte perché si applica sui consumi. In una fase in cui la domanda interna mostra segnali di risveglio grazie alle nostre misure penalizzarla con 23 miliardi di Iva in più sarebbe folle. Si può fare un grande lavoro di revisione della spesa improduttiva e probabilmente potremo contare su una crescita che nel 2019 si rivelerà più alta di quella indicata con prudenza nel Def.

Peraltro il Carroccio ha rilanciato anche la flat tax che lei ha sempre osteggiato. I soldi verranno dal taglio degli 80 euro e delle tax expenditures come dice Garavaglia?

I tempi non sono ancora maturi per entrare nei dettagli. Quel che è certo è che noi discuteremo solo proposte che rispettino la progressività del sistema fiscale, come richiede la Costituzione. Non abbiamo nessuna intenzione di arricchire chi è già ricco e di far mancare allo Stato il gettito fiscale utile a finanziare i servizi pubblici. Perché questo è il rischio di una flat tax regressiva.

Si discute anche del pacchetto “pro famiglia” della Lega, annunciato dal ministro Fontana nel dl Crescita. Ma non è la fotocopia del provvedimento annunciato da Di Maio?

Il pacchetto famiglie annunciato da Di Maio è ambizioso e per finanziarlo serve la Legge di Bilancio. Se potremo già anticipare qualcosa durante la conversione del dl Crescita lo capiremo nei prossimi giorni. Certo, dalla Lega mi aspetto un po’ più di fantasia. Copiarci le proposte non è un segnale di grande salute.

Intanto è stato approvato alla Camera il pacchetto fisco che porta il suo nome, che prevede molte semplificazioni. Quali?

La pdl Semplificazioni è la dimostrazione che quando c'è la volontà politica si può vincere persino la sfida della burocrazia. L’obiettivo è liberare le energie produttive delle imprese riducendo al minimo il tempo e il denaro che spendono per gli adempimenti.

In particolare quali sono le novità più significative che alleggeriscono gli oneri di contribuenti e imprese?

Prima di tutto stabiliamo che la pubblica amministrazione non potrà più pretendere dai contribuenti documenti o certificazioni che sono già in possesso dell’anagrafe tributaria. Attraverso l’incrocio di dati già disponibili garantiamo al contribuente risparmi di tempo e carta. Più nel dettaglio, tre le tante norme presenti nel testo di legge tengo particolarmente a quella che consente ai proprietari di casa di detassare i canoni non pagati dagli affittuari, ma ne ricordo anche altre: abbiamo lasciato due mesi in più ai contribuenti per l’invio telematico delle dichiarazioni dei redditi, abbiamo compiuto il primo grande passo per semplificare i cosiddetti ISA, gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale che hanno sostituito gli studi di settore, e ci siamo impegnati a favorire le imprese che acquistano prodotti da riciclo e da riuso.

Intanto nell’ultimo rapporto sulla finanza sostenibile l’Ocse ha strigliato autorità nazionali e privati perché investono troppo poco sulla biodiversità. Quali i nodi e le proposte emerse oggi in commissione nell’incontro con il presidente di Confindustria Boccia?

Le imprese italiane sono all’avanguardia su questi temi, come testimoniato dal Presidente Boccia che oggi è intervenuto alla presentazione del rapporto Ocse organizzato dalla Commissione Finanze. Ovvio però che bisogna insistere, a partire da politiche che uniscano lo sviluppo economico al rispetto dell’ambiente. Proprio le misure per il riciclo e riuso che abbiamo approvato nella pdl Semplificazioni vanno in questa direzione: prevediamo uno sconto del 25% per chi acquista prodotti composti per tre quarti da materiali riciclati e un credito di imposta alle imprese per incoraggiare l’aumento della percentuale di imballaggi riutilizzabili o avviati al riciclo immessi sul mercato.

E infine lo scontro sull’autonomia: la Lega continua a dire che realizzarla non imporrà maggiori costi allo Stato e che non danneggerà le regioni del Sud. È così, conti alla mano?

È un tema delicatissimo e come tale va trattato. Autonomia per noi significa maggiore responsabilità su alcune materie indicate dalla Costituzione, con il trasferimento delle risorse necessarie. Se invece qualche governatore regionale pensa di poter tenersi tutti i soldi e non partecipare alla perequazione verso i territori più in difficoltà si sbaglia di grosso. La Costituzione accanto all’autonomia territoriale impone la solidarietà nazionale e da lì non si scappa.