Un’anagrafe per le armi da fuoco e vincoli più restrittivi per chi le tiene in casa, che possono far scattare il sequestro di pistole e fucili in caso di disturbi psicologici. L’artiglieria del Movimento è pronta a cannoneggiare la corsa agli armamenti lanciata dalla tolda di comando del Carroccio, grazie a un disegno di legge che porta la firma dei senatori Mattia Crucioli e Gianluca Ferrara. Prima c’è stato il varo della legittima difesa, poi il progetto di allentare le maglie per l’acquisto di bocche da fuoco firmato da settanta leghisti e stoppato da Salvini tra le polemiche. Un uno- due micidiale che ha fatto scattare l’allarme in casa Cinque Stelle. Dopo la corsa agli armamenti lanciata dall’alleato, diventa più concreto il pericolo di dare la stura ad altri casi come quello di Traini, il killer di Macerata che era in cura da tempo per disturbi border line, ma era legittimo possessore di sei pistole sportive, nonostante al poligono nessuno lo avesse mai visto.

E così il M5s ha deciso di correre ai ripari, grazie a un disegno di legge snello ma efficace. Il primo articolo modifica il testo unico di pubblica sicurezza. Per avere il nulla osta dalla questura chi vorrà dotarsi di un’arma da fuoco dovrà esibire un certificato del medico provinciale, o dell'ufficiale sanitario, o di un medico militare, che dovrà documentare, oltre all’assenza di malattie mentali come avviene oggi, anche l’assenza di «disturbi psicologici, compresi i disturbi della personalità».

Il secondo articolo della proposta prevede invece l’istituzione di «un’anagrafe informatizzata dei detentori di armi». Di che si tratta? In buona sostanza, una volta recepite le segnalazioni dal personale medico- sanitario, le aziende sanitarie locali dovranno accedere alla banca dati e avranno l’obbligo di segnalare entro tre giorni alle Autorità di Pubblica sicurezza eventuali riscontri negativi del profilo psico- comportamentale dei pazienti a rischio. E a quel punto scatterà la tagliola: le forze dell’ordine dovranno procedere immediatamente al sequestro delle armi. «L’obiettivo del provvedimento – spiega al Dubbio il cofirmatario della legge Matta Crucioli, vicepresidente della commissione Giustizia del Senato – è fare in modo che gli operatori sanitari che hanno informazioni su soggetti in cura per malattie mentali o che hanno disturbi della personalità, pericolosi per sé o per gli altri, abbiano accesso alla banca dati informatizzata per verificare se questi siano detentori di armi. In quel caso le persone a rischio dovranno subito essere segnalate alle autorità competenti, che provvederanno alla revoca di autorizzazioni e licenze». Un vero e proprio cambio di paradigma, rispetto alla disciplina vigente. A oggi, quando si richiede il permesso di tenere in casa un’arma, occorre infatti presentare un certificato medico che attesti l’assenza di rischi di un uso improprio. «Ma è anche vero - chiosa il senatore del M5s Crucioli – che una volta ottenuto il permesso il soggetto non viene più monitorato per 4 o 5 anni, a seconda della durata della licenza». Con possibili e nient’affatto trascurabili effetti collaterali. «Se anche il medico individua qualche patologia psicologica nel paziente, non è in grado di sapere se questi è possessore di un’arma, e in ogni caso non ha il dovere giuridico di segnalarlo alle autorità», sottolinea Crucioli. È questo il cuore del ddl grillino: mettere finalmente in comunicazione sanità e forze dell’ordine, due mondi che oggi non si parlano. Spesso con conseguenze nefaste. «Lo stimolo a lavorare sul provvedimento – racconta l’altro coautore del ddl, Gianluca Ferrara - ci è giunto dalla Onlus di Viareggio Ognivolta».

La Lega lavora per aumentare le armi in circolo, il Movimento per ridurne la diffusione. Il Carroccio voterà mai una legge, come quella di Crucioli e Ferrara, che va in direzione opposta rispetto alle politiche securitarie inseguite da Salvini? Sul punto la risposta di Ferrara è perentoria. «Noi tiriamo dritto. Non permetteremo mai che l’Italia si trasformi negli Stati Uniti, soltanto per far contente le lobby delle armi. Se la Lega o qualunque altra forza politica non voterà la nostra legge – conclude Ferrara - dovrà assumersi la responsabilità etica e politica e del prossimo omicidio o femminicidio compiuto da soggetti disturbati» .