Mentre la maggioranza evita lo scontro e rinvia la legge sulla castrazione chimica, in alcuni Paesi d’Europa è già prevista come misura facoltativa o limitata a casi specifici come in Polonia, Russia e Macedonia. In ogni caso in nessun Paese d’Europa la castrazione chimica si applica in automatico a tutti i colpevoli di violenza sessuale.

PAESI DELL’EST: OBBLIGO CIRCOSCRITTO

Più volte citata come esempio di oltranzismo repressivo contro i sex offenders, persino la legislazione polacca prevede deroghe in materia. Dopo il via libera al provvedimento introdotto dal governo di Varsavia nel 2009, il Guardian e l’Economist salutarono la stretta come il primo esempio di castrazione chimica obbligatoria nel Vecchio continente. Ma come emerso in seguito da un autorevole studio statunitense del 2013 (Coercion, Incarceration, and Chemical Castration) pubblicato sul Journal of Bioethical, la misura si rivolge in realtà ai colpevoli di stupro verso minori di 15 anni e parenti stretti che «possono essere obbligati dal tribunale, dopo un consulto psichiatrico, a sottoporsi a castrazioni chimica dopo il rilascio». Sulla falsariga della Polonia, anche la Russia ha introdotto l’obbligatorietà nel 2011. Ma anche in questo caso la pena può essere comminata a colpevoli di reati sessuali contro under 14, sentito il parere di uno psichiatra forense. Al contrario, se il reato è stato compiuto su over 14, è necessario l’assenso del colpevole. Nel 2012 ci ha provato anche la Moldavia, ma a luglio del 2013 la Corte costituzionale del Paese ha bocciato la misura. Premiata dal successo è stata invece l’iniziativa del parlamento macedone, che a febbraio del 2014 ha imposto l’obbligo ai pedofili recidivi. Ma che cos’è esattamente la castrazione chimica?

UN PROCESSO REVERSIBILE MA NON SICURO

In buona sostanza parliamo di farmaci che riducono drasticamente il desiderio sessuale attraverso iniezioni periodiche di ormoni che abbassano i livelli di testosterone. Oggi le evidenze scientifiche sembrano confermare che si tratti di un processo reversibile. Che diventa irreversibile, in genere nell’arco di sei mesi, soltanto in caso di terapie per la ri- attribuzione del sesso. In ogni caso un procedimento non privo di effetti collaterali. Alcuni studi collegano infatti la castrazione chimica all’insorgenza dell’osteoporosi e di malattie cardiovascolari, ma anche alla riduzione dei peli sul corpo e all’infertilità. Drammatico, anche se datato, il caso di Alan Turing, scienziato britannico che nel 1952 accettò di sottoporsi a un trattamento a base di estrogeni in seguito a una condanna ricevuta a seguito di una relazione omosessuale ( allora nel Regno Unito un reato). Due anni il trattamento, l’uomo morì tra i sospetti di molti che parlarono di omicidio di stato a causa dei pesanti effetti collaterali accusati dallo scienziato dopo la terapia.

IL RESTO D’EUROPA: MISURA OPZIONALE

Al netto delle perplessità scientifiche, «l’approccio dominante in Europa è quello di offrire la castrazione chimica come un intervento formalmente opzionale», conferma il già citato studio americano. Opzione e non obbligo. Se il condannato accetta le iniezioni, può avere accesso alla libertà vigilata o ridurre il periodo di incarcerazione. Viceversa, sconta la pena per intero. Accade così in Germania e in Paesi scandinavi come Norvegia, Finlandia e Danimarca, dove la castrazione diventa un’opzione percorribile solo a condizione che si possa dimostrare che la persona sia a forte rischio di recidiva. Molto simili le regole d’ingaggio in Svezia, dove la terapia, strettamente volontaria, è consentita solo se il soggetto rappresenti una minaccia per la società, e sia messo al corrente di tutti i gli effetti collaterali. Peraltro, in Svezia, Finlandia e Germania sussistono ulteriori paletti: sotto una soglia che oscilla tra i 20 e i 25 anni, la castrazione non è consentita. Viceversa il Regno Unito ha varato di recente per i detenuti pedofili un progetto pilota. Ma ai Paesi europei che dicono un sì condizionato alla castrazione, vanno aggiunti anche la Francia, il Belgio e la Spagna, dove la misura resta limitata e subordinata al consenso del condannato. E nel resto del mondo? Qual è il trend?

Negli Stati Uniti la castrazione è consentita in Florida, California e Oklahoma, dove dà diritto a uno sconto di pena. Ed è su base volontaria in Canada e in Australia. Obbligatoria è invece in Corea del Sud, dove il giudice può costringere il reo a subirla se ha compiuto atti sessuali su minori di 16 anni, e anche in Indonesia, dove dal 2016 la castrazione chimica è prevista per i pedofili condannati in via definitiva, che secondo le leggi del Paese rischiano anche la condanna a morte.