«Abbiamo una grande emergenza nazionale al confine». Non smette un’istante Donald Trump di martellare l’opinione pubblica americana sull’allarme migranti, argomento principe della campagna elettorale. In una serie di tweet, il presidente degli Stati Uniti ribadisce la necessità di nuove e più restrittive leggi. «I democratici, lavorando con i repubblicani al Congresso, possono rapidamente risolvere» la questione legata all’«asilo e alle altre carenze» normative. «Fatelo ora», dice Trump.

Che intanto accelera l’invio di centinaia di poliziotti al suo confine meridionale ed espande la sua politica di rimpatrio dei richiedenti asilo verso il Messico. Lo ha annunciato Kirstjen Nielsen, il segretario alla Sicurezza nazionale degli Stati Uniti. L’agenzia statunitense per la protezione delle dogane e delle frontiere (Cbp) aveva annunciato il ricollocamento di 750 agenti per fare fronte a un aumento nel numero dei migranti in ingresso negli Usa. In una dichiarazione scritta, Nielsen ha detto di aver ordinato al commissario del Cbp, Kevin McAleenan, di adottare «misure di emergenza» e accelerare le operazioni di ricollocamento. L’agenzia, ha aggiunto, provvederà anche ad «espandere immediatamente» la politica dei rimpatri dei migranti centroamericani in Messico. «Stiamo portando avanti le direttive del presidente e portando a termine i programmi di assistenza finanziaria per il triangolo nord per gli anni fiscali 2017 e 2018», ha reso noto il Dipartimento di stato in una nota.