Ascoltare la relazione del professore Mauro Palma ha confermato che di giorno in giorno vi è un allarmante peggioramento delle condizioni di coloro che sono private della libertà personale, siano essi in carcere, nelle Rems, nelle camere di sicurezza, nei centri di permanenza per il rimpatrio, negli ospedali o su mezzi di trasporto in cui le persone sono trattenute. Sono trascorsi, infatti, solo nove mesi dalla precedente relazione del Garante - ritardata in attesa dell’insediamento del nuovo Parlamento, dopo le elezioni politiche del 4 marzo 2018 – ed il rapporto è preoccupante, anche perché non s’intravede all’orizzonte una possibilità di miglioramento.

Le giuste osservazioni, nell’indirizzo di saluto del Presidente della Camera, infatti, non trovano alcun riscontro nella realtà. Elogiare la Costituzione che garantisce i diritti fondamentali anche a chi è privato della libertà personale, dichiarare che il sovraffollamento è tutto ciò che ne deriva costituisce una pena aggiuntiva che non trova alcuna giustificazione, che la pena deve mirare al reinserimento sociale del condannato e restituire alla società una persona migliore e che le carceri non devono essere più “non luoghi”, ma “cantieri” in cui si lavora per garantire una nuova vita al detenuto, sono affermazioni in linea con il minimo di legalità che si richiede ad un Paese civile.

L’analisi del Presidente della Camera è obiettiva e fotografa la drammatica situazione in cui versano le nostre carceri da tanti anni. Dalla terza carica dello Stato e da un importante dirigente del Movimento 5 Stelle, ormai al Governo da più di un anno, ci aspettiamo non affermazioni “di rito”, ma azioni concrete che traducano in fatti il suo pensiero, perché l’unica strada da percorrere è già tracciata, ma ha trovato lo sbarramento proprio dell’attuale maggioranza che ha impedito alla Riforma dell’Ordinamento Penitenziario di diventare Legge, così come previsto dalla Delega del Parlamento al Governo. Presenti in sala il Presidente del Consiglio Conte e il Ministro della Giustizia Bonafede, che nulla hanno fatto sino ad ora per diminuire il sovraffollamento e garantire un’esecuzione della pena allineata ai principi costituzionali.

Il Garante Nazionale ha messo in luce le molteplici ferite che continuano a devastare il corpo delle garanzie dovute alle persone private della libertà personale. E’ necessario fare tesoro della sua relazione ed intervenire subito per invertire la rotta di una politica che sembra non rendersi conto del baratro in cui sta facendo precipitare il nostro Paese, in materia dei diritti civili minimi.

Una mattinata alla Camera, dunque, interessante, ma ad inviti. Una giornata importante e degna di un Paese civile. Ad ascoltare donne e uomini delle istituzioni e addetti ai lavori. Una platea che conosce bene la cronica ed eterna violazione dei diritti delle persone private della libertà personale. Non sono concesse repliche altrove. Peccato!

* Avvocato, Responsabile Osservatorio Carcere UCPI