«Eravamo tutti molto spaventati, ha cominciato a vuotare le taniche di benzina per terra, ha legato tutti e ha sequestrato i telefoni in modo che non chiamassimo la polizia». Cominica così il racconto di uno dei ragazzini che ieri mattina hanno vissuto momenti di terrore a bordo del pullman che li avrebbe dovuti riportare in classe, nella scuola media Vailati di Crema. «Ma il telefono di uno dei miei compagni è caduto a terra, allora mi sono tolto le manette, facendomi anche un po’ male, l’ho raccolto e ho chiamato i carabinieri e la polizia», continua uno degli studenti, tra i primi a lanciare l’allarme grazie al quale le forze dell’ordine sono riuscite a evitare il peggio.

«Diceva che le sue tre figlie sono morte in mare, come tutti i bambini migranti. E che avremmo fatto la stessa fine, ma bruciando», ricostruisce un altro. «Ho avuto paura di morire. Diceva che ci avrebbe portati all’aeroporto, ma non so perché» . Una ragazzina ricorda invece delle armi con cui il “dirottatore” avrebbe minacciato i passeggeri: pistole e coltelli, secondo la sua ricostruzione. «Ci legati ai pali dell’autobus con delle corde da elettricista, intimandoci di non muoverci perché altrimenti avrebbe accesso il fuoco sulla benzina.

Continuava a ripetere che un sacco di persone muoiono in Africa per colpa di Di Maio e Salvini. Poi sono arrivati i carabinieri e ci hanno salvati», dice la giovane studentessa.

Secondo il colonnello dei carabinieri Luca De Marchis, però, «l’uomo non era armato», dice. «La cosa importante è la felice risoluzione di un evento, che poteva portare a un epilogo tragico, grazie al coraggio dei ragazzi che sono stati veramente bravi».

Fortunatamente, la disavventura si è conclusa con qualche conclusione e tanto spavento.