Nel giorno nero per il Movimento 5 Stelle dopo l’arresto con l’ipotesi di corruzione per il presidente dell’Assemblea capitolina, Francesco De Vito, il ministro Alfonso Bonafede è intervenuto a Parigi al “global anti-corruption and integrity forum” dell’Ocse.

Il Guardasigilli ha esposto alla platea internazionale la legge Spazzacorrotti, «che contiene norme che concretizzano una vera e propria svolta nella lotta alla corruzione, perché cercano di affrontare il problema in tutta la sua complessità». Gli strumenti di legge consentono chi indaga «di farlo in modo più efficiente» e l’inasprimento delle pene «dà risposte in termini di certezza della pena, perché con questa legge i reati di corruzione vengono omologati a quelli di mafia e terrorismo, al punto da impedire che il condannato possa sottrarsi alla pena detentiva».

Inoltre, il ministro ha sottolineato come la legge Spazzacorrotti contenga anche l’interruzione della prescrizione dopo il primo grato, norma che «accoglie le osservazioni fatte dal working group of bribary dell’Ocse». Inoltre, ha osservato il ministro della Giustizia, nella riforma è stata introdotta la possibilità delle autorità inquirenti di servirsi di agenti sotto copertura per le indagini e «far sì che la persona dopo la condanna per corruzione non abbia più a che fare con l’amministrazione pubblica».

Bonafede ha poi affrontato il tema di come la tecnologia sia di ausilio nel contrasto alla corruzione, indicando nella fatturazione elettronica e nella banca dati della direzione nazionale antimafia e antiterrorismo i due strumenti fondamentali. «La fatturazione elettronica è stata estesa da gennaio 2019 ai pagamenti eseguiti dalle imprese tra privati, mentre prima era prevista solo per i rapporti contrattuali nel settore pubblico. Questo consentirà il monitoraggio dei flussi di denaro per scopi di verifica fiscale ma anche per trasparenza, anticorruzione e riciclaggio».

Successivamente, il ministro ha spiegato l’importanza della «sofisticata banca dati di cui dispone la direzione antimafia e antiterrorismo. Stiamo incentivando molto questa raccolta dati che da un lato consente un monitoraggio sempre più efficace, ma allo stesso tempo arrivano degli input investigativi che permettono alla nostra direzione nazionale antimafia e antiterrorismo di compiere una attività di prevenzione importantissima» . A margine del convegno, Bonafede è intervenuto brevemente sul caso De Vito, il cui arresto sta scuotendo il Campidoglio. Il vicepremier e leader politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio ha già espulso il presidente dell’Assemblea capitolina e Bonafede ha aggiunto che «Un esponente del M5S non deve mai trovarsi in situazioni di questo tipo. Ha fatto benissimo Di Maio, condivido le sue parole. Come esponente del M5S non ho dubbi che De Vito non possa assolutamente far parte del Movimento» .