Dopo 12 giorni di odissea, i 47 naufraghi a bordo della Sea Watch 3, da cinque giorni a largo di Siracusa, potranno sbarcare. Una notizia che il premier Giuseppe Conte ha reso pubblica a Milano, ringraziando i Paesi Lussemburgo, Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta - che si sono detti disponibili ad accogliere i migranti insieme all’Italia, dove ne resteranno «uno o due», ha assicurato il ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Siamo felici per i nostri ospiti», ha dichiarato Johannes Bayer, ceo della Ong, «ma i diritti umani non sono negoziabili». Il punto di sbarco è stato individuato a Catania, dove la nave, ieri, si è spostata, per via della presenza dei centri di accoglienza per i minori, che accoglieranno i 15 a bordo, dei quali otto non accompagnati.

Per loro il Tribunale per i minorenni ha nominato un tutore, mentre gli adulti attenderanno all'hotspot di Messina fino all’identificazione, per poi conoscere la propria destinazione. Per Salvini si tratta di una vittoria in piena regola. «Ancora una volta, grazie all'impegno del governo italiano e alla determinazione del Viminale, l'Europa è stata costretta a intervenire e ad assumersi delle responsabilità», ha affermato, auspicando «un'indagine per fare chiarezza sul comportamento della Ong.

L'obiettivo - ha aggiunto - è stato trovare una soluzione che possa conciliare la sicurezza delle persone in mare con quella dell'Italia, che non è più disposta a essere il rifugio di tutti i clandestini d'Europa».

Il ministro ha definito «inqualificabile» l’atteggiamento dell’Olanda, che si è rifiutata di aprire le porte ai migranti, nonostante si tratti del Paese di bandiera della nave. Messa da parte la «missione» Sea Watch, l’obiettivo è ora limitare l’ingresso di migranti nelle acque territoriali italiane, «applicando le leggi che già esistono» e rifacendo, se necessario, quanto fatto con Diciotti e Sea Watch «se mai arrivasse illegalmente un altro barcone».

Le polemiche sono proseguite anche alla Camera, quando durante il Question time al ministro i deputati Marianna Madia ed Erasmo Palazzotto hanno definito Salvini «ministro della propaganda», fatta sulla pelle di 47 persone. Ma la discussione ha riguardato anche i documenti di cui Salvini si è detto in possesso e che accerterebbero contatti tra Ong e scafisti. «La documentazione - ha affermato- è oggetto di approfondimento da parte delle Autorità». Ma la replica di Palazzotto è stata dura.

«Salvini è pericoloso per la tenuta democratica del Paese - ha chiosato - e utilizza le sue prerogative per diffamare il lavoro delle Ong senza nessuna prova, una continua mistificazione della realtà».