Può sembrare il colpo di testa o di cuore di “una mamma”. Ma non è così. Il gesto coraggioso di Stefania Prestigiacomo, la bionda e grintosa speaker del congresso di Assago 1998, quello dove Silvio Berlusconi tuonò che “Forza Italia non è un partito di plastica”, una che Forza Italia la ha nel dna, che, insieme con l’avversaria Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni e il radicale Riccardo Magi, si mette alla guida di un gommone e va dai migranti della Sea Watch, è forse l’immagine più significativa della nuova ridiscesa in campo del Cav. Silvio Berlusconi proprio il giorno prima, per i 25 anni di Forza Italia, aveva detto che i 47 migranti dovevano scendere. Ma soprattutto il Cav aveva detto che l’immigrazione non è più il problema principale, ma invece lo sono detassazione, crescita e sviluppo. Ragionamento che si potrebbe riassumere così nello schema di un grande imprenditore: qui, bambole non c’è più una lira e io perché me la devo prendere con quattro disgraziati del mondo? Aveva un sondaggio alla mano? Chissà. Chi ne conosce bene le mosse da vero “animale” che capta gli umori della gente sostiene che sondaggio o non sondaggio “Silvio”, dando di fatto il là all’impresa della “Presti”, abbia fatto un ragionamento di buon senso. Non solo dettato da quella «linea della fermezza sempre coniugata con quella umanitaria», come ha chiosato Antonio Tajani. il Cav avrebbe più o meno pensato che ora che il numero degli sbarchi è crollato, ma il numero delle tasse è aumentato, la spinta propulsiva della lotta della Lega di Matteo Salvini contro l’immigrazione abbia iniziato a esaurirsi. Insomma, il leader azzurro ha ben presente che il vento sta mutando. E soprattutto il vento del Nord e Centro- Nord, di quei ceti in rivolta per i tentennamenti sulla Tav e la mancata detassazione, sta iniziando a spirare in modo contrario alla Lega. Alessandra Ghisleri “la maga” dei sondaggi in tv da Lucia Annunziata ha dato questa fotografia: il Cav ha già riportato Fi al 10 per cento ( secondo un altro sondaggio è al 12) e intanto la Lega a fatica starebbe toccando quota 30. Certo non c’è proporzione per numero di voti tra Fi e Lega. Ma non siamo più in un sistema maggioritario, nell’arena italiana siamo ormai in un proporzionale di fatto. Dove c’è spazio per gli aghi della bilancia.

Ma al di là di come finirà, l’umore berlusconiano forse è ben riassunto da Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, il quale ha scritto: che me ne importa di un barcone in meno per un montagna di tasse in più. Può sembrare un ragionamento cinico, che forse non rende la complessità del Cav, il quale nel dna di Fi ha messo anche i valori liberali e umanitari dei voti socialisti della sinistra moderna di Craxi. E nessuno dimentica le lacrime del Cavaliere nella Pasqua in cui ci fu un’ ecatombe di albanesi, sotto il governo dell’Ulivo. Ma ora la preoccupazione è di accompagnarsi a un alleato come la Lega che al Sud potrebbe apparire la brutta copia dei grillini con il reddito di cittadinanza. E quindi se lui rischia di apparire appiattito sul Pd ( che Prestigiacomo ha scavalcato) Salvini invece rischia la stessa cosa rispetto a Luigi Di Maio.