Presidente Micciché, cosa pensa del decreto sicurezza, cioè del decreto Salvini?

Il decreto ha sicuramente spunti positivi, ma non è accettabile quello che c’è scritto sull’immigrazione. I siciliani dovrebbero ricordare che noi siamo 5 milioni in Sicilia, 5 milioni nel resto d’Italia e 50 milioni nel mondo. Significa che siamo un popolo di 60 milioni di cui 55 milioni sono emigrati. Un siciliano favorevole alla legge che criminalizza gli immigrati va contro la sua stessa storia.

Dunque, fa riferimento a sole ragioni storiche?

Io sono stato sulla nave Diciotti dove c’erano ragazzi giovani feriti da armi da fuoco, appunto scappati da una guerra. Immaginare che un paese liberale e democratico come quello nostro possa non accettare alcuni immigrati solo perché neri è insopportabile. Sono certo che se gli immigrati venissero dalla Svezia, Salvini li accoglierebbe.

In molti leggono il suo interessamento al tema dell’immigrazione come un’invasione di campo, un’incursione nel terreno ideologico della sinistra. È vero?

Non è colpa mia se la sinistra non c’è più! Non è un’invasione in ogni caso. Io la penso cosi primariamente in quanto siciliano, secondo, in quanto moderato. Dopo di ché se a qualcuno viene in mente che io stia parlando a nome della sinistra è solo perché la sinistra non parla.

Gli stessi ritengono la sua posizione strumentale alla composizione di future alleanze politiche: c’è un fondo di verità in quest’ipotesi?

Io non posso comporre nulla. Se poi questo può essere un input al mio partito perché prenda posizioni diverse rispetto a quelle che sono state spesso a favore di Salvini, ben venga, ma è un altro discorso. Io faccio parte di un partito ed è ovvio che, comunque, le indicazioni su quello che deve fare non le do io. Su questo argomento dell’immigrazione, in ogni caso, non posso tacere.

Le sue posizioni somigliano molto di più a quelle delle sinistre che a quelle di FI, come mai?

Fino ad oggi, quello che ci ha differenziato, che ha creato cioè distanza tra noi e politici come Orlando, o come Faraone, è stato fondamentalmente il tema della giustizia e io credo che, alla fine, abbiamo vinto noi. Si è capito quello che stavano facendo e oggi ne pagano le conseguenze in tanti e in tanti stanno capendo cos’è l’antimafia finta, quanto sia stata incisiva l’aggressione da parte della magistratura soprattutto in Sicilia, ecc, ma, al di là di questo, facciamo parte di un’unica mentalità: siamo tutti liberali e siamo tutti moderati. Sui migranti, non c’è dubbio, spero che il mio partito vada verso coloro che ci assomigliano, rispetto a coloro che sono molto differenti da noi, come definirei la Lega. Non posso che convincere il mio partito ad andare verso questa strada, ma quello che dico – ripeto – lo affermo da siciliano, non lo faccio certamente perché voglio chiudere un accordo con il Pd.

Il presidente emerito della Consulta Cesare Mirabelli, commentando l’iniziativa della “sospensione” del decreto del sindaco di Palermo, ha sottolineato come un primo cittadino non possa rifiutare di applicare un decreto legge. Cosa pensa in proposito?

Purtroppo devo ricordare alcuni periodi della storia in cui furono fatte delle leggi, le leggi razziali, che tutti dovevamo in qualche maniera accettare, il che non significa che siano state leggi giuste.

Quindi, nella soluzione Orlando, ravvisa una sorta di disobbedienza civile?

No, questo non mi permetterei di farlo proprio perché sono una persona democratica e moderata, ma se lei mi dice che le leggi vanno rispettate io ripeto, che anche le leggi di Mussolini andavano rispettate e, purtroppo, qualcuno lo ha fatto...

Non trova comunque pericoloso, in una terra dove la costruzione di meccanismi di legalità è un obiettivo di difficile attuazione, lanciare il messaggio che le leggi possano essere “sospese”?

La disobbedienza ad una legge non è quello che mi interessa e non è quello che voglio fare. Io non appoggio il sindaco di Palermo in questo senso, ma ritengo che sul problema dell’immigrazione il Governo stia facendo degli errori madornali. Non c’è dubbio però che le posizioni di Orlando, o di Lucano, siano almeno posizioni che fanno vedere che c’è un popolo che la pensa diversamente da Salvini.