Sculacciate, tirate di orecchie, schiaffi, seguiti poi dall’immancabile ramanzina. Sono le “percosse educative” che, come ci dicono le statistiche, oltre le Alpi costituiscono l’ordinaria amministrazione per la grande maggioranza delle famiglie.

Secondo la Ong Childhood Foundation, l’ 85% dei genitori francesi ricorre infatti alle punizioni corporali per correggere comportamenti “sbagliati” dei figli, più che in ogni altro paese europeo di cui si conoscano le statistiche.

Ora però le cose stanno per cambiare. L’Assemblea nazionale ha votato ieri in prima lettura una proposta di legge per vietare le punizioni corporali ai bambini da parte dei loro genitori. A favore si sono espressi 51 parlamentari.

Destra ed estrema destra definiscono la proposta «ridicola» e una forma di «ingerenza nella vita delle famiglie» e con ironia ricordano che proprio il fondatore del partito Mo Dem all’origine della legge, Francois Bayrou, ha schiaffeggiato un bambino durante le presidenziali del 2002, aprendo una polemica durata anni anche se alla fine . il partito conservatore dei Les Republicain se è astenuto.

Presentato dal MoDem ( Mouvement démocrate) e sostenuto da La Republique en Marchè del presidente Emmanuel Macron, dal govern o e da altri gruppi parlamentari, itesto afferma che i genitori devono allevare i loro figli senza ricorrere alla «violenza», compresa quella «fisica, verbale o psicologica» come strumenti di educazione.

Tocca ora al Senato, dominato dall’opposizione, l’approvazione definitiva. Già nel 2016 l’allora presidente François Hollande aveva presentato un provvedimento contro le sculacciate, bocciato però dal Consiglio costituzionale per una mera questione di forma. ll divieto è stato inserito nella legge “Uguaglianza e cittadinanza”, poi censurato nel gennaio 2017 per incongruenza legislativa.

Se la legge sarà adottata, la Francia diventerà il 55esimo Paese al mondo ( il 23esimo dell’Unione europea) a bandire le punizioni corporali sui bambini, iniziativa adottata per la prima volta dalla Svezia nel 1979. Il Consiglio d’Europa, che nel 2015 aveva richiamato Parigi per non aver bandito le punizioni fisiche ha salutato con favore la decisione, con il portavoce Daniel Holtgen che ha affermato che si tratta di un «voto storico».

La proposta di legge è stata sostenuta da giuristi, organizzazioni della società civile e dal Difensore dei diritti, l’ex pupillo di Chirac ed ex ministro della cultura Jacques Toubon che auspica «un segnale politico forte per cambiare le mentalità delle famiglie, con un diritto ad essere puniti fisicamente ereditato dal Novecento ma che non alcuna corrispondenza nel diritto penale francese contemporaneo».