«Adesso abbiamo bisogno di un’Unione Camere penali coesa, perché ci aspetta una traversata nel deserto». Sono le parole pronunciate da Gian Domenico Caiazza un minuto dopo che il congresso di Sorrento lo ha eletto nuovo presidente dell’Unione Camere penali italiane. In uno scrutinio al cardiopalmo, Caiazza supera Renato Borzone con 177 voti contro 150. Subentra a Beniamino Migliucci, che ha retto l’associazione di tutti gli avvocati penalisti italiani per quatto anni, dal 2014 ad oggi.

Scrutinio da brividi, come nel 2014 a Venezia

E come il suo predecessore, l’ex presidente della Camera penale di Roma che vanta una militanza nel Partito radicale è incoronato in capo a una sfida «formidabile», come la definisce lui stesso, vissuta con incredibile suspence nell’atto conclusivo: nella sala principale del Teatro Armida di Sorrento, lo spoglio delle schede ricorda molto l’emozione di quello che laureò per la prima volta Migliucci nel settembre del 2014 a Venezia, quando il penalista di Bolzano superò al fotofinish Salvatore Scuto. Anche stavolta il vincitore “soffre” per lunghi minuti in cui l’avversario è avanti, seppur sempre per una manciata di preferenze. Lo raggiunge sul 130 pari e poi man mano lo distanzia fino alle 27 lunghezze finali.

L’onore reso da Caiazza a Borzone

Applausi, commozione, anche per l’avvocato uscito battuto ma a cui il vincitore rende così onore: «Sono stati 7 mesi di confronto straordinario», dice Caiazza subito dopo la proclamazione, «abbiamo attraversato tutta l’Italia e abbiamo incontrato una comunità viva, forte: il consenso da te raccolto, Renato, così evidente, è un tributo alla tua storia in questa associazione». Poi aggiunge: «Faccio fatica a rendermi conto dell’onore che mi avete voluto dare di rappresentare i penalisti italiani. E come se quel gesto che ogni giorno ci dà i brividi, l’indossare la toga e iniziare la nostra quotidiana attività di difesa, sia vissuto come se mettessi su la toga di difensore di tutti voi».

Le dediche a Flaminii Minuto e a Rebecchi

ha due dediche. La prima è per un maestro suo e di Borzone, «Oreste Flamminii Minuto: con lui abbiamo iniziato insieme tanti anni fa, fu lui a credere nel nostro gruppo di giovani». La seconda è per «Paola Rebecchi, la collega scomparsa nel giugno del 2016 in un incidente sull’autostrada tra Rimini e Bologna, di ritorno dall’Open Day dell’Ucpi: «Già tre anni fa si era fissata con l’idea che avrei dovuto diventare presidente». Applauso e grande commozione degli oltre 700 penalisti che affollano la sala.Il nuovo presidente delle Camere penali non esita a dire che «l’unità è indispensabile perché l’onore di rappresentare i penalisti italiani mi viene tributato nel momento più difficile, rispetto ai temi di cui noi ci occupiamo,  tutta la storia repubblicana».

«Da Bonafede sgarbo all’Ucpi, ma spero rimedieremo»

E non a caso una considerazione Caiazza la rivolge al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che non è intervenuto al congresso: «È stato un atto grave, quello del guardasigilli», ha detto il nuovo presidente dell’Ucpi, «al quale però voglio rimediare: spero il ministro capisca che noi costituiamo un patrimonio di idee, e credo che negarsi al confronto con noi sia uno sgarbo nei nostri riguardi e una perdita per lui. Voglio recuperare nell’auspicio che il guardasigilli vorrà ascoltarci».