«Fiducia in Tria? Massima fiducia, io ho fiducia in tutti i miei ministri, ho fiducia in tutti coloro che stanno lavorando alla manovra, non solo ministri ma a tutti i livelli. Poi per carita ho letto qualche polemica, ma lasciano il tempo che trovano». Il premier Giuseppe Conte confida nelle qualità dei componenti della sua squadra. Compreso del responsabile del Tesoro finito più nel mirino di Stelle e Lega per “eresia” rispetto al “vangelo del cambiamento”. Nella maggioranza il cielo è sereno, assicura il presidente del Consiglio, desideroso di messaggi di pace a margine delle celebrazioni del francobollo per celebrare i 50 anni della morte di Padre Pio. Nessun attrito neanche con i funzionari del ministero dell'Economia, garantisce il premier, ricoperti di insulti dal portavoce di Palazzo Chigi, Rocco Casalino, che in un messaggio vocale indirizzato ad alcuni cronisti minacciava un repulisti di quei «pezzi di m... del ministero», una «mega vendette: sarà una cosa ai coltelli». Il capo del governo, che da subito aveva preso le difese del suo portavoce, ora smorza i toni. «Le strutture burocratiche, le strutture amministrative sono a servizio delle iniziative che facciamo, quindi c'e un dialogo serrato e tocca a noi indirizzarle, dare indicazioni politiche e sollecitare le risposte tecniche che sono funzionali per realizzare il nostro programma», spiega Conte. Che poi parla della prossima manovra. «Realizzeremo tutti i punti significativi del programma che abbiamo annunciato ai cittadini firmando il programma di governo», dice il presidente del Consiglio. «Siamo consapevoli che bisogna intervenire ovviamente per tagliare gli sprechi». E nonostante la devozione al santo con le stigmate, Conte dice che la manovra «non deve essere miracolosa, ma laicamente coraggiosa, utile al Paese. Coraggiosa più che miracolosa. Deve essere seria, razionale, ben costruita, ben impostata»