Ora è ufficiale: il Consiglio dei ministri ha approvato l’avvio dell’iter per il ritiro della concessione nei confronti di Autostrade per l’Italia. Insomma, a 5 giorni da crollo del ponte Morandi, il governo sembra tirar dritto e unito, almeno in apparenza, lungo la linea dura tracciata dal premier Conte nelle ore successive la tragedia.

E non è un caso che ad annunciare la dichiarazione di guerra contro Autostrade sia stato il vicepremier Matteo Salvini: «Sul fatto che il governo voglia avviare l’Iter di revoca non c’è alcuna divisione», specifica Salvini. Salvo poi spiegare che la pratica «non durerà 15 giorni perché ci saranno le controdeduzioni di Autostrade, ci saranno pareri e contropareri, passeranno alcune settimane, forse alcuni mesi».

Insomma, se da un lato il leader leghista appoggia la linea dura dei soci di governo dei 5Stelle, dall’altro sembra voler tenere aperta una linea di dialogo con Autostrade per l’Italia che, in caso di revoca, avrà sempre in mano la carta delle penali miliardarie da riscuotere dallo Stato.

Una dialogo di cui di Maio non vuole nemmeno sentir parlare: «Lo dico chiaramente - ha infatti spiegato il leader dei 5Stelle c’è una volontà politica certa: Vogliamo revocare le concessione ad Autostrade per l’Italia. Non si può continuare a far finta che nulla sia accaduto. Questa gente - aggiunge - continua a far pagare il pedaggio senza portare manutenzione ordinaria e straordinaria ed è ora di dire basta. Hanno scritto che il Governo frena, falso, il Governo accelera e revocherà le concessioni».

Una linea appoggiata da tutto il movimento e annunciata Urbi et Orbi dal portavoce Gianluigi Paragone: «Anni fa gli imprenditori hanno messo mani su un patrimonio che lo Stato aveva costruito: dalla telefonia alle autostrade. Alla luce di quanto successo a Genova è ovvio pensare alla revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia». «Oggi versiamo lacrime amare ed è un obbligo vigilare su quello che è accaduto nel passato, quando si sono costruite opacità che adesso purtroppo dobbiamo commentare», conclude Paragone.

Dalle parti dell’opposizione torna a farsi sentire la voce del Pd.

Dopo l’attacco durissimo di Di Maio, che aveva accusato Renzi di essere al soldo e al dervizio di Autostrade, i dem passano al contrattacco pubblicando una sorta di fact checking su Facebook. «Inaccettabile che Di Maio accusi il Pd di prendere soldi da Autostrade». «Inaccettabile che il Presidente del Consiglio dica che non si aspettano i tempi della giustizia». «Inaccettabile che Salvini speculi sui morti...». Chiude il renziano Davide Faraone: «Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli ' dovrebbe dimettersi immediatamente e se non lo fa, chiedo al mio partito di presentare una mozione di sfiducia».

Nel frattempo  sale a 41 il bilancio delle vittime del crollo del ponte Morandi accertate: nella notte i vigili del fuoco hanno individuato sotto un grosso blocco in cemento la vettura su cui viaggiava una famiglia. Si tratterebbe di Cristian Cecala, la moglie Dawna e la loro figlia Oristano, di appena 9 anni.