La rottura di uno strallo «è un’ipotesi di lavoro seria». A cinque giorni dal crollo del ponte Morandi, l’ingegner Antonio Brencich, il docente che per primo aveva lanciato l’allarme sullo stato di “salute” del viadotto, torna a parlare. E dopo un sopralluogo nella zona del ponte crollato, l’ingegner Brencich ha spiegato: «La voce che gira è che il collasso sia stato attivato dalla rottura di uno strallo ci sono testimonianze e video che vanno in questo senso». L’ingegnere ha poi smentito che possa essere stato un eccesso di carico a provocare il crollo del ponte Morandi: «La pioggia, i tuoni, l’eccesso di carico sono ipotesi fantasiose - ha detto - che non vanno prese neanche in considerazione». E la versione del cedimento dei tiranti è stata confer- mata anche da una testimone sopravvissuta al disastro: «ricordo che ero sul ponte, e che ho visto a 300 metri crollare la “bretella” una sull’altra. Poi il ponte ha cominciato a muoversi come un terremoto», ha infatti raccontato Valentina Galbusera, medico dell’ospedale Villa Scassi di Genova.

Intanto la procura di Genova ha disposto il sequestro della parte superiore del ponte, ovvero i due monconi rimasti dopo il crollo di circa 200 metri della campata centrale lo scorso 14 agosto.

I consulenti della Procura incontreranno in queste ore i tecnici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, già oggi a Genova. Per la loro relazione hanno chiesto al momento 60 giorni di tempo. Secondo quanto emerso dalla Procura, non ci sono ancora tempi certi sul termine delle operazioni dei vigili del fuoco sul posto. Non ci sono ancora iscrizioni, nemmeno formali, nel registro degli indagati: il fascicolo è ancora a carico di ignoti perchè l’obiettivo della magistratura è dapprima tentare di individuare le possibili cause del crollo. La procura lavorerà a contato anche con la commissione ispettiva istituita dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Ma il crollo del ponte Morandi ha generato psicosi e preoccupazione i tutta italia. «E’ sempre più pressante l’ipotesi della demolizione del viadotto Morandi di Agrigento», racconta infatti il sindaco della città dei templi, Calogero Firetto dopo i tragici fatti di Genova. Ancora più zelante il sindaco di Benevento Clemente Mastella che ieri ha annunciato la chiusura del “suo” ponte Morandi.

E le preoccupazioni sulla tenuta dei ponti costruiti negli anni ‘ 60 arriva anche d’Oltralpe. Scioccati dalla tragedia di Genova, anche i giornali francesi stanno portando avanti una campagna per la messa in sicurezza di centinaia di ponti considerati a rischio.