Questa storia del Rolex di Gad Lerner è decisamente ridicola e avvilente. A suo tempo ridicole e avvilenti erano le storie sui cachemire di Fausto Bertinotti, le scarpe di Massimo DAlema, la camicia di Walter Veltroni. Sarà che anchio, col primo sudato stipendio, ho acquistato un Rolex Cellini; che dinverno mi piace coprirmi con i maglioni di Cucinelli; che da quando avevo 18 anni le mie sono camicie di Brooks Brothers, e apprezzo le Church. Ma è denaro guadagnato, ampiamente tassato, non vedo perché non possa cercare di far convivere il mio esser da sempre radicale con un po di chic. Si fa male a qualcuno?Cè qualche legge che lo vieta?No, non cè nessuna legge che lo vieta; non si fa male a nessuno. Lo scrive anche Vittorio Feltri su Libero: si ribella al moralismo ai quattro formaggi in cui è caduto anche il suo giornale, che opportunamente rampogna.Solo che per farlo cade in qualcosa di assai peggiore del moralismo daccatto nei confronti di Lerner. A un certo punto del suo articolo, scrive: «... questo signore ebreo...».Mi si gela, letteralmente, il sangue. «questo signore ebreo» ? Cosa vuol dire? In automatico mi viene in mente il monologo di Shylock ne Il mercante di Venezia di Shakeaspeare: «Non ha forse occhi un ebreo? Non ha mani, organi, membra, sensi, affetti e passioni? Non si nutre egli forse dello stesso cibo di cui si nutre un cristiano? Non viene ferito forse dalle stesse armi? Non è soggetto alle sue stesse malattie? Non è curato e guarito dagli stessi rimedi? E non è infine scaldato e raggelato dallo stesso inverno e dalla stessa estate che un cristiano? Se ci pungete non versiamo sangue, forse? ». In automatico mi viene in mente il detto: «Si comincia con lebreo, o si finisce con lebreo; ma dellebreo non ci si dimentica mai».Sono forse troppo suscettibile? Do forse corpo a dei fantasmi? Perché Feltri, che ha tutto il diritto alla sua foga, alla sua polemica, allirrisione, perché ha voluto sottolineare: «Questo signoreebreo» ? Che centra il fatto che uno sia o no circonciso, se va o noal Tempio? Dovè il Feltri che ho conosciuto e stimato, quando, con pochi altri, difendeva Enzo Tortora; quando pur a volte non condividendole, difendeva Marco Pannella e i radicali per il loro diritto di non essere ostracizzati a prescindere; il Feltri che da destra si schierava comunque a favore dei diritti civili, e per una giustizia che sia degna di questo nome...«Mandalo a quel paese e non dargli troppa importanza: provocare è quello che vuole, ignoralo», suggerisce, saggia, unamica. Forse ha ragione. Forse. Ma quel signore ebreo scagliato con disprezzo e malanimo, comunque mi inquieta. E, lo confesso, un po mi fa paura. Feltri magari dirà che no, è un inciso innocente, uno sberleffo innocuo; che il suo dire è come quando ti scappa: «Tirchio come un ebreo». Se è così, proprio a causa di questa innocenza, di questo essere innocui, le mie inquietudini e paure crescerebbero ulteriormente.