«Il governo guadagna consensi? Facile, senza opposizione». Margherita Boniver, socialista, presidente della Fondazione Craxi e una lunga carriera politica in campo internazionale, analizza l’attivismo di Salvini in materia di immigrazione: «L’Europa si è scoperta divisa, perchè ha usato per anni due pesi e due misure» .

Il centrodestra a trazione leghista sbanca alle amministrative, si aspettava un tale successo?

Non mi aspettavo un crollo così clamoroso del Pd nelle “regioni rosse”. È un dato impressionante, con il partito in discesa verticale che perde sia col centrodestra che coi grillini: la caduta sembra essere inarrestabile. Certo, ogni situazione amministrativa è una partita a sè ed è connessa anche con il livello regionale, ma è evidente la mancanza di tenuta del Pd. Non va meglio a Forza Italia, come dimostra la vittoria a Imperia di Claudio Scajola contro il candidato di Giovanni Toti.

La Lega, invece, cresce in modo altrettanto inarrestabile.

Il dato è incredibile: il consenso del governo gialloverde è intorno al 60% ed è ovvio che questo sia dovuto quasi esclusivamente al protagonismo di Matteo Salvini, rispetto alla pochezza dei 5 Stelle.

È segno che l’irruenza di Salvini sta pagando?

I toni di Salvini non mi appartengono e non mi piacciono ma, essendo realisti, temo siano molto in linea col dibattito politico mondiale, considerando come si comporta Donald Trump oltreoceano. L’insulto è all’ordine del dibattito politico: è disdicevole ma non mi stupisce più di tanto.

Al centro del dibattito c’è la questione migratoria, come si sta muovendo il governo sul piano internazionale?

Il premier Giuseppe Conte ha presentato i suoi 10 punti a Bruxelles in un contesto molto difficile ed è stato abile, perchè si è infilato nelle ganasce franco- tedesche. Persino il non simpaticissimo Emmanuel Macron ha dovuto ammettere a labbra strette che la proposta italiana era “coerente”. Il pre- vertice è stato una prova generale, nella speranza che il dibattito del Consiglio europeo si concluda con un compromesso che non sia solo al ribasso.

Come giudica l’approccio di Salvini?

Le sue proposte in materia di migranti sono coerenti con l’azione del governo precedente. Minniti è stato un ottimo ministro degli Interni, che ha saputo diminuire del 75% i flussi migratori grazie a un grande lavoro politico fatto di intese e di investimenti. Salvini, intelligentemente, sta continuando sulla stessa strada e in questa direzione va la sua visita a Tripoli. Poi, immagino, andrà anche in Niger e negli altri paesi coinvolti nel grande eso- do africano verso l’Europa.

La politica dei porti chiusi può essere praticabile nella lunga distanza?

No, non può certamente continuare ma è stata usata dal governo per interloquire con gli altri paesi europei, soprattutto quelli che si affacciano sul Mediterraneo, che devono essere coinvolti non solo nel salvataggio ma anche nella protezione dei naufraghi. La politica dei porti chiusi è stata un modo brusco per uscire dalle pastoie del programma Mare Nostrum: se i fatti dicono che ci sono migliaia di disperati che fuggono dall’Africa e che ci sono decine di navi pronte a soccorrerli, dove sta la ratio del fatto che tutte le unità navali debbano obbligatoriamente dirigere la prua verso i porti calabresi o siciliani? Salvini ha fatto bene a porre la questione, anche se lo ha fatto in modo violento.

Quindi quale può essere l’alternativa?

Mi auguro che la fase dei porti chiusi si concluda al più presto e immagino che al Consiglio europeo si farà qualche passo avanti, sotto la spinta di una Angela Merkel allarmatissima e in prima persona a rischio di non sopravvivenza politica. In particolare, spero che ci si indirizzi verso l’omologazione dei doveri di soccorso da parte di tutti i paesi europei, tenendo sempre fermo l’assoluto obbligo di garanzia dei diritti delle persone ad essere soccorse e a ricevere protezione internazionale.

I toni in Europa sono tesissimi, è possibile che l’Ue per come la conosciamo sparisca?

Il rischio c’è ed è evidente e macroscopico, perchè l’Europa si è scoperta profondamente divisa. Le questioni sono due: il superamento dei provvedimenti del trattato di Dublino e la necessità di rafforzare Frontex, ovvero la polizia di frontiera. La mia speranza è che il dibattito, per certi versi aspro e anche sguaiato di questi giorni, possa però meglio mettere a fuoco la necessità di arrivare a una difesa comune dei confini dell’Unione.

I contrasti sono e continuano ad essere molto forti.

Perchè sono stati usati due pesi e due misure difficili da digerire. L’Unione ha finanziato il programma “pay to stop”, dando o promettendo un’enorme quantità di denaro ad Erdogan per chiudere la rotta balcanica verso la Germania: perchè non è stato fatto altrettanto in altre direzioni, alleviando la pressione sull’Italia e sulla Spagna? Ancora, Jean- Claude Juncker aveva proposto la redistribuzione di 160 mila richiedendi asilo, ma non si sa che fine abbia fatto quel provvedimento. L’Europa procede da un fallimento all’altro, con passi avanti troppo modesti per essere apprezzabili.

E tutto questo non fa altro che rafforzare i sovranisti? Gli italiani apprezzano il governo gialloverde ed euroscettico.

Gli italiani non sono affatto entusiasti, a parer mio. Semplicemente è ancora in corso la luna di miele che circonda l’azione di qualsiasi governo nelle prime settimane dall’insediamento. I primi passi del governo Salvini- Di Maio sono stati scanditi da roboanti promesse e zero fatti. Se bisogna trovare un artefice del successo dei gialloverdi, però, io guarderei all’opposizione.

Il governo piace per mancanza di alternative?

Non esiste alcuna proposta alternativa: per chi dovrebbero scaldare il loro cuore gli italiani? L’opposizione non esiste, se esiste non è neppure coerente e quando alza la voce fa quasi pena. Ho ascoltato le interviste degli esponenti del Pd: fa quasi impressione sentirli attaccare il governo quando loro stessi sono in affanno spaventoso, perdendo consensi ogni giorno di più.