Dopo il servizio di Fanpage che ha riportato il racconto drammatico Roberto Leva, il detenuto del carcere di Poggioreale finito in ospedale il 26 aprile scorso in grave condizioni tanto di finire in coma, se ne è occupato anche il programma televisivo Le Iene per le presunte violenze che si sarebbero svolte all’interno del carcere di Poggioreale. Il giornalista Giulio Golia ha intervistato l’attuale direttrice della casa circondariale, Maria Luisa Palma, che per oltre 10 anni aveva diretto, fino allo scorso dicembre, il carcere beneventano di Capodimonte. Nel servizio Golia ha intervistato alcuni ex carcerati di Poggioreale che hanno dipinto una situazione estrema. In particolare si è parlato della “cella zero” luogo in cui, nel racconto dei detenuti, avrebbero avuto luogo le Le Iene hanno anche ricostruito la vicenda di Roberto che, dopo esser uscito dalla casa circondariale, ha denunciato di essere stato picchiato selvaggiamente dagli agenti penitenziari.

Su questa vicenda la direttrice Palma però ha chiarito che la vicenda denunciata dal detenuto non corrisponde al vero: “Il detenuto è stato portato in infermeria, ha avuto un malore ed è caduto a terra. A causa dell’impatto col suolo si è rotto il setto nasale e si è procurato una contusione frontale. Non è assolutamente possibile che qui succedano cose al di fuori della legge. Ho le prove di quello che sostengo, è caduto e si è ferito. I media devono comunicare notizie vere altrimenti minano la fiducia nelle istituzioni anche quando queste si comportano in maniera corretta. Questo carcere è ricordato solo per le cose negative, qui lavorano persone che rispettano la legge”.

Le cose negative alle quali fa riferimento, è la storia della famigerata “cella zero” in cui, negli anni passati, avvenivano maltrattamenti nei confronti dei detenuti ad opera di alcuni agenti. C’è un processo in corso e gli imputati sono stati allontanati dalle sezioni detentive e trasferiti negli uffici amministrativi in maniera tale di non essere più in contatto con la popolazione detenuta. Ora, per quanto riguarda, la denuncia di Roberto Leva ( «Mi hanno portato nella cosiddetta cella “zero” per picchiarmi fino a farmi andare in coma, mi hanno colpito per tutto il corpo, anche ai testicoli per farmi perdere i sensi. Non è vero che il carcere di Poggioreale è cambiato!», ha raccontato), i familiari nei giorni scorsi avevano presentato un esposto in procura per sollecitare accertamenti su eventuali negligenze dei medici e sulla causa delle lesioni. Quindi sarà la magistratura a verificare la veridicità del racconto.

Maria Luisa Palma è da qualche mese direttrice di Poggioreale, fino ad un anno fa c’era stato il direttore Antonio Fullone, giunto nel 2014 proprio per cambiare radicalmente le condizioni del carcere, reduce appunto dell’intervento della magistratura sui presunti pestaggi nella cosiddetta “cella zero”. Da lesioni aggravate a violenza privata, da sequestro di persona ad abuso di autorità: i reati inizialmente ipotizzati per le violenze subite e denunciate dai detenuti tra il 2012 e il 2014. Poi, l’anno scorso, il rinvio a giudizio di 12 agenti penitenziari. L’accusa nei loro riguardi, derivante dai racconti di sei detenuti, è di percosse ai danni degli ospiti della struttura penitenziaria. Proprio nei giorni scorsi è iniziato il processo. Resta il fatto che da allora la direzione è cambiata, sia Fullone che l’attuale direttrice Palma hanno ricevuto attestati di stima. Però rimane aperto il caso di Roberto Leva, dipendente da metadone per il suo trascorso da tossicodipendente, sul quale bisogna necessariamente far luce. Racconti frutto della sua fantasia, oppure c’è qualche fondo di verità?