Legalità, cittadinanza attiva e cultura delle differenze. Questi i valori di cui l’avvocatura si fa garante nel portare il diritto in classe grazie al progetto Alternanza Scuola-Lavoro. L’iniziativa guarda alle future generazioni nella convinzione che l’educazione civica non consista solo nel rispetto delle leggi, ma soprattutto nella loro conoscenza e nel loro insegnamento per renderle patrimonio collettivo attraverso percorsi formativi che uniscano i saperi teorici con attività concrete nel contesto professionale forense.

L’idea di combinare educazione e lavoro, nata nel 2015 con la Buona Scuola, ha suscitato negli ultimi anni alcune critiche tra addetti ai lavori e nell’opinione pubblica, ma nel vasto panorama di esperienze emergono numerosi segnali incoraggianti. Per il Consiglio Nazionale Forense, tra i campioni dell’Alternanza 2016, l’introduzione dell’obbligo per gli studenti degli istituti superiori di svolgere un periodo minimo in alternanza di 200 ore per i licei e di 400 ore per gli istituti tecnici, ha rappresentato l’occasione di portare tra i banchi la cultura del diritto attraverso la collaborazione con Il Miur, formalizzata Il 3 ottobre 2016 con la sottoscrizione di un protocollo d’Intesa.

Lo scopo è trasmettere un metodo, e potenziare le conoscenze dei più giovani in materia giuridica, non soltanto per accrescere la consapevolezza rispetto al ruolo dell’avvocato nella società, ma soprattutto per rendere i cittadini del futuro più consapevoli dei propri diritti e doveri nella costruzione di un contesto sociale aperto e multiculturale.

Il progetto infatti, con un’offerta didattica di 100 ore tra lezioni frontali e laboratori sperimentali, e la direzione del professore Mario Ricca, intende promuovere il rispetto delle differenze, il dialogo tra le culture e la cura dei beni comuni.

«Gli avvocati dovrebbero promuovere un insegnamento del diritto che non si limiti alle solite nozioni, ma che riguardi gli aspetti pulsanti della quotidianità, una grammatica del quotidiano da incrociare con la conoscenza interculturale», spiega Ricca, per il quale l’educazione civica è necessaria alla creazione di una comunità plurale in cui il diritto si fa strumento di vita.

In quest’ottica il Cnf ha costituito una rete di avvocati, referenti del progetto Asl, che negli ultimi due anni hanno potuto confrontarsi sulle diverse esperienze di alternanza emerse su tutto il territorio nazionale in occasione delle giornate di formazione coordinate dal sociologo e scrittore Giovanni Lucarelli. che proprio oggi guiderà un incontro rivolto ai referenti degli Ordini forensi nella cornice del tradizionale incontro “Esperienze a Confronto”, dedicato quest’anno al mondo della formazione.

Ma la condivisione è soltanto uno dei principi che hanno ispirato le numerose iniziative, attivate nei vari distretti che aderiscono al progetto. I percorsi formativi hanno privilegiato infatti un approccio learning by doing, con la partecipazione degli studenti a vere e proprie attività professionali, con giochi di ruolo sostenuti da approfondimenti teorici del diritto.

Il carattere di riservatezza che contraddistingue la professione rende complicata, se non incompatibile la presenza degli studenti negli studi legali, così l’approccio pratico al lavoro è garantito da metodologie didat- tiche innovative.

Sono quattro i workshop da svolgere direttamente in classe: il Reportage giuridico e le Guide guiridiche; lo studio di consulenza legale in aula e l’avvio di un’autentica start- up, per lo sviluppo di competenze giuridicoeconomiche specifiche al mondo del lavoro e la produzione di strumenti d’utilità per gli studenti che volessero avviarsi alla professione forense.