Riconosciuto un risarcimento di oltre 3 milioni di euro per i 17 anni scontati da innocente. È quanto è stato disposto in favore di Hashi Omar Hassan, il somalo che ha scontato, da innocente, quasi 17 anni di carcere per gli omicidi di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin. Hassan, poi è stato assolto in un processo di revisione. La notizia, anticipata da Chi l’ha visto? – trasmissione che fece riaprire il caso -, è stata poi confermata all’Ansa dall’avvocato Antonio Moriconi, uno dei legali di Hassan. La Corte di Appello di Perugia, che il 19 ottobre 2016 aveva assolto Hashi Omar Hassan dall’accusa di aver ucciso nel marzo 1994 a Mogadiscio la giornalista Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin, gli ha riconosciuto un risarcimento di 3.181.500 euro per 6.363 giorni scaturiti da un errore giudiziario. Cinquecento euro per ogni giorno trascorso in carcere da innocente. Unico condannato ( 26 anni di reclusione) per l’omicidio della giornalista del Tg3, Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin, avvenuta a Mogadisco il 20 marzo del 1994, è stato scagionato nel 2016 e rimesso in libertà dalla Corte di Perugia che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore generale Dario Razzi. «Se è vero che Hassan è stato condannato dobbiamo avere anche il coraggio di ammettere che possa essere innocente», aveva detto il magistrato. Convinta dell’innocenza di Hassan si è sempre detta la famiglia di Ilaria Alpi. Teste chiave del processo a suo carico era stato un altro somalo, Ahmed Ali Rage, detto Jelle, il quale però prima alla trasmissione “Chi l’ha visto”, andata in onda il 18 febbraio 2015, aveva ritrattato le sue accuse. In particolare sostenendo di non aver «detto a nessuno» che Hassan «faceva parte del commando» autore del duplice delitto e «nemmeno che è stato lui a uccidere». Spiegando di averlo collocato sull’auto degli assassini solo «per dare credibilità» al racconto, costruito su particolari raccolti da chi vide l’agguato. «L’ho fatto solo per andarmene via dal Paese», aveva ribadito. Rimane però senza colpevole l’agguato che costò la vita a Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin. Sul caso si sono alternati negli anni ben cinque magistrati e tre procuratori.

Eppure, nessuno è riuscito a porre fine ai troppi evidenti depistaggi che hanno caratterizzato questa vicenda. L’unica certezza è che a pagarne ingiustamente le spese è stato il somalo Omar Hassan. Nel 2000 venne arrestato e inserito nel circuito E. I. V. ( elevato indice di vigilanza) sezione ' protetti', riservad’appello ta a soggetti che temono per la propria incolumità personale. Nel 2009 venne poi assegnato nel circuito ' Media Sicurezza' riservato ai detenuti comuni e trasferito presso la sezione ' protetti' del carcere di Padova. Presso tale sede non si verificarono criticità e dal 30.04.2013 ha iniziato a fruire di regolari permessi premio concessi dalla locale magistratura di sorveglianza; in data 19.04.2015 è stato scarcerato per affidamento in prova al servizio sociale. Nessuno potrà ridargli i 17 anni di vita rubati, ma almeno ha avuto il giusto risarcimento per l’errore giudiziario. È necessario distinguere il risarcimento per l’ingiusta detenzione da quello per l’errore giudiziaro. Nel primo caso si fa riferimento alla detenzione subita in via preventiva prima dello svolgimento del processo e quindi prima della condanna eventuale, mentre nel secondo si presuppone invece una condanna a cui sia stata data esecuzione e un successivo giudizio di revisione del processo in base a nuove prove o alla dimostrazione che la condanna è stata pronunciata in conseguenza della falsità in atti.