Mai nessuno come lui, oltre il tempo e la storia Roger Federer conquista il suo ventesimo slam a quasi 37 anni. A fargli da spalla stavolta c'è il gigante croato Marin Cilic che lo impegna per tre ore e cinque set (6-2 6-7 (5) 6-3 3-6 6-1 ) prima di inchinarsi alla leggenda del tennis. Il campo centrale di Mebourne lo acclama come una divinità e lui, Roger, incredulo che si commuove come fosse il suo primo titolo. "Questa è una favola che si realizza, se mi diverto ancora a giocare è grazie a chi mi segue e mi ama" ha detto lo svizzero prima di alzare al cielo il trofeo degli Australian Open. E di prepararsi ad affrontare un 2018 che potrebbe scrivere altri  luminosi capitoli della sua infinita saga tennistica. Da come sta giocando nell'ultimo anno (tre slam conquistati sugli ultimi cinque) nessun sogno sembra proibito. A cominciare dalla conquista della prima posizione mondiale (è a pochissimi punti dallo spagnolo Nadal) Anche perché i suoi avversari sembrano smarriti, dai loro problemi ma anche dall'astro intramontabile di questo highlander dal sorriso gentile e capace di un tennis lunare, che ribalta le leggi della fisica, leggero come una farfalla e pungente come un'ape per citare un altro grande campione dello sport. I tre alfieri del tennis muscolare moderno, Djokovich, Murray e Nadal sono afflitti dagli inevitabili problemi fisici e consumati dal loro approccio iper atletico che superata la trentina gli sta facendo pagare dazio; solamente Nadal, sembra trovare risorse mentali e fisiche per restare in cima in particolare sulla terra battuta, mentre tra i giovani c'è un preoccupante vuoto di talenti.   Intanto Roger l'alieno guarda l'orizzonte, si gode lo sguardo attonito di chi appena un anno fa lo dava per finito e si prepara a tagliare nuovi traguardi. Oltre il tempo e oltre la storia. Non solo quella del tennis.