Edunque Di Maio vuol far lavorare il doppio i Tribunali, per migliorare i tempi della giustizia e velocizzarli. Certo ha le idee chiare, ma purtroppo soltanto per pronunciare frasi ad effetto che in verità poco hanno da spartire con la realtà delle cose. Infatti, a ben guardare, cosa vuol dire far lavorare il doppio i Tribunali?

Non vuol dire nulla, nulla di nulla. Facciamo l’esempio che un nuovo Governo presieduto da Di Maio voglia raddoppiare l’orario di lavoro di cancellieri, assistenti e così via, insomma del personale giudiziario. Ora, escluso che un dipendente del Tribunale possa lavorare sedici ore di fila invece delle otto canoniche, bisognerà assumere altro personale oppure, in alternativa, predisporre adeguati turni di lavoro straordinario. Nel primo caso, basterà assumere circa 35 o 40 mila persone, tanto quanto all’incirca si stima possa contare il personale addetto agli uffici giudiziari; nel secondo caso, basterà invece pagare alcune centinaia di migliaia di ore di lavoro straordinario. Ma la domanda è identica per entrambi i casi: dove prenderebbe il Governo i denari necessari? Mistero.

Se invece Di Maio volesse addirittura raddoppiare il lavoro dei magistrati, allora la cosa diverrebbe ancora più complessa, anche perché, come si sa, costoro non timbrano certo il cartellino e non godono di un orario fisso di lavoro. Essi, invece, lavorano tanto quanto necessario, per il semplice motivo che le udienze hanno un orario di inizio, ma non hanno un orario predeterminato di conclusione, protraendosi a volte fino al pomeriggio o addirittura alla sera. E ciò dipende da fattori che in via preliminare non possono essere accertati: i testimoni verranno oppure no?

Dipende dalle notifiche o da eventuali impedimenti che non si possono conoscere in anticipo. I consulenti depositeranno nei termini le perizie assegnate o avranno bisogno di una proroga? Gli imputati saranno ascoltati per pochi minuti o ci sarà bisogno di approfondimenti che avranno di necessità i loro tempi? Insomma, nessuno può sapere in anticipo quanto potrà durare una udienza.

Non solo. Giudici e avvocati svolgono solo una parte del loro lavoro in udienza, mentre altra parte non meno importante si svolge a casa o negli studi professionali. Ed è facile capire che se fino a sera i Tribunali lavorassero, gli avvocati non potrebbero più ricevere i clienti, studiare i fascicoli, scrivere le memorie, partecipare a riunioni di lavoro ecc. ecc. Insomma, dovrebbero lavorare di notte.

Basta questa osservazione a far capire che Di Maio non ha capito nulla di cosa sia il lavoro dei Tribunali, da lui probabilmente pensati come una sorta di catena di montaggio a ciclo continuo che non si ferma la notte e neppure i festivi. Che non sia così qualcuno lo avvisi!