Una disciplina “chiara e organica” che, a 10 anni dalla riforma dell’ordinamento giudiziario, definisce linee organizzative per gli uffici di Procura, con l’obiettivo di “fornire certezza e prevedibilità nelle scelte” e anche di “prevenire conflittualità all’interno degli uffici”. E quella contenuta nella prima circolare sugli uffici inquirenti approvata ieri, dopo più di 2 anni di lavoro, dalla Settima commissione del Csm ( presieduta dal togato di “Mi” Claudio Galoppi) e che nelle prossime settimane, come annunciato dal vicepresidente Giovanni Legnini, sarà esaminata dal plenum. Tra i punti più qualificanti della circolare, basa- ta su “una costante promozione dei principi di partecipazione e leale collaborazione all’interno degli uffici”, la previsione del progetto organizzativo, quale “strumento cardine di gestione dell’attività dell’ufficio, nel quale alla discrezionalità delle scelte rimesse al procuratore si accompagna la salvaguardia dei fondamentali valori della prevedibilità, della trasparenza e della verificabilità”.

In vista di questi obiettivi, la circolare prevede “precise sequenze procedimentali” con il coinvolgimento e il contributo che possono fornire i Consigli giudiziari e il Consiglio superiore della magistratura. Nella circolare, poi, viene individuato uno statuto minimo delle attribuzioni del procuratore aggiunto – per il quale il legislatore del 2006 non aveva individuato compiti e funzioni nell’architettura dell’ufficio – garantendo che a tale figura, al di là delle specifiche disposizioni organizzative, vengano effettivamente riconosciuti compiti di semidirezione. Un altro punto riguarda l’assenso, il visto e la revoca delle assegnazioni dei fascicoli ai pm: la circolare approvata in Commissione ( il testo della proposta è pubblicato sul sito del Csm) richiede al procuratore della Repubblica una compiuta procedimentalizzazione dell’istituto dell’assenso, previsto dalla legge come obbligatorio per le misure cautelari. Al di fuori di questi casi, si prevede che nel progetto organizzativo il dirigente possa individuare ulteriori categorie di atti che dovranno a lui essere preventivamente trasmessi dai sostituti per la sottoposizione al visto. Nel documento votato in commissione si specifica e chiarisce che in questi casi la funzione del visto è meramente conoscitiva, in quanto mira a rendere edotto il procuratore dell’attuazione, da parte dei sostituti, delle direttive da lui emanate e tende anche a favorire la proficua interlocuzione tra i diversi componenti dell’ufficio.

Una specifica disciplina riguarda le ipotesi di contrasto, nonché il potere di revoca dell’assegnazione e della designazione, i cui cardini sono rappresentati dall’individuazione dei presupposti, dalla necessità che la revoca sia effettuata come “extrema ratio” e dopo un’accurata interlocuzione. Altro tema centrale della circolare è quello dei poteri di vigilanza dei procuratori generali, inteso come “potere di promozione di moduli organizzativi omogenei nel distretto, di sollecitazione alla individuazione di soluzioni attraverso protocolli condivisi e di diffusione di buone prassi”. Viene valorizzata l’attività di coordinamento svolta in tale ambito dal procuratore generale della Cassazione. La circolare, infine, estende agli uffici requirenti le norme sul benessere organizzativo, previste nella circolare sulle tabelle.