È la seconda domenica d’incontro fra il pubblico fedele di Avvenire – fedele sotto tutti i punti di vista – e le vignette di Sergio Staino, della serie Hello Jesus.
Monsignor Nunzio Galantino, che come segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana potrebbe essere equiparato all’editore del notissimo e autorevole giornale cattolico, se ne farà, o se n’è già fatta una ragione dopo il dissenso espresso per la coraggiosa scelta del direttore Marco Tarquinio di accettare la collaborazione offertagli altrettanto coraggiosamente dal celebre vignettista della sinistra italia- na, peraltro ultimo e generoso direttore dell’Unità purtroppo mancata ancora una volta alle edicole: unità, questa volta in minuscolo, da ancor più tempo mancante alla sinistra nel mercato politico.
A rivelare il dissenso espressogli “con schiettezza e calore” da Galantino è stato, rispondendo ad alcuni lettori, lo stesso direttore Tarquinio. Che per la sua scelta non è stato rimosso dalla guida della testata cattolica, come sarebbe forse avvenuto in altri tempi. E come avverrebbe probabilmente anche oggi nella stampa cosiddetta laica, che a dispetto del suo laicismo, appunto, soffre spesso di militarizzazione, a sinistra come a destra. E’ una stampa dove – ha giustamente rilevato proprio Staino in una intervista di presentazione ai lettori di Avvenire pubblicata all’esordio della sua collaborazione – ci si sveglia la mattina ponendosi solo il problema di individuare il nemico di giornata da combattere.
Monsignor Galantino, che quell’intervista forse non l’ha letta, stordito dalla sorpresa fattagli da Tarquinio in controtendenza rispetto a tanta voglia di chiudersi ciascuno nel proprio recinto, con l’illusione di difendersi dalle paure suscitate dalle cronache e dalle speculazioni politiche cui si prestano i fatti, si ritroverà spesso – ne sono sicuro – nel Gesù visto e disegnato da Staino. Che peraltro conobbe Gesù a suo modo, nell’oratorio dove la madre assai credente lo mandò da bambino sperando che dalla curiosità di quel figliolo già così vivace potesse nascere anche la fede. Essa invece non arrivò, sino al punto che Staino è ancora presidente, o qualcosa del genere, dell’Unione degli atei e agnostici razionalisti, come qualche lettore ha rinfacciato al direttore di Avvenire chiedendosi con Galantino quale «valore aggiunto possa venire al giornale dalle strisce» domenicali del vignettista. Il quale ha così trovato felicemente il modo di impegnarsi anche di sabato, visto che Il Dubbio, onorato dalla sua collaborazione, non esce di domenica.
Forse il segretario generale della Conferenza episcopale italiana avrà storto il muso alla definizione del “primo dei socialisti” data da Staino di Gesù, non cogliendo il garbo del vignettista di fermarsi ai socialisti, senza avventurarsi sino ai comunisti, ma non potrà negare che Gesù fu davvero “il primo a combattere per i poveri”. E tanto è bastato e basta a un ex o post- comunista come Staino per riconoscersi in lui, per parlarne come di “un personaggio bellissimo”, e per attualizzarlo ai nostri difficilissimi tempi con le sue vignette forse meglio di quanto non riescano a fare la domenica nelle Chiese i sacerdoti con le loro prediche che personalmente, e da credente, trovo troppo spesso ermetiche e astratte.
Le vignette di Sergio Staino e “Avvenire”, giornale libero
È la seconda domenica d’incontro fra il pubblico fedele di Avvenire – fedele sotto tutti i punti di vista – e le vignette di Sergio Staino, della serie Hello Jesus.
Monsignor Nunzio Galantino, che come segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana potrebbe essere equiparato all’editore del notissimo e autorevole giornale cattolico, se ne farà, o se n’è già fatta una ragione dopo il dissenso espresso per la coraggiosa scelta del direttore Marco Tarquinio di accettare la collaborazione offertagli altrettanto coraggiosamente dal celebre vignettista della sinistra italia- na, peraltro ultimo e generoso direttore dell’Unità purtroppo mancata ancora una volta alle edicole: unità, questa volta in minuscolo, da ancor più tempo mancante alla sinistra nel mercato politico.
A rivelare il dissenso espressogli “con schiettezza e calore” da Galantino è stato, rispondendo ad alcuni lettori, lo stesso direttore Tarquinio. Che per la sua scelta non è stato rimosso dalla guida della testata cattolica, come sarebbe forse avvenuto in altri tempi. E come avverrebbe probabilmente anche oggi nella stampa cosiddetta laica, che a dispetto del suo laicismo, appunto, soffre spesso di militarizzazione, a sinistra come a destra. E’ una stampa dove – ha giustamente rilevato proprio Staino in una intervista di presentazione ai lettori di Avvenire pubblicata all’esordio della sua collaborazione – ci si sveglia la mattina ponendosi solo il problema di individuare il nemico di giornata da combattere.
Monsignor Galantino, che quell’intervista forse non l’ha letta, stordito dalla sorpresa fattagli da Tarquinio in controtendenza rispetto a tanta voglia di chiudersi ciascuno nel proprio recinto, con l’illusione di difendersi dalle paure suscitate dalle cronache e dalle speculazioni politiche cui si prestano i fatti, si ritroverà spesso – ne sono sicuro – nel Gesù visto e disegnato da Staino. Che peraltro conobbe Gesù a suo modo, nell’oratorio dove la madre assai credente lo mandò da bambino sperando che dalla curiosità di quel figliolo già così vivace potesse nascere anche la fede. Essa invece non arrivò, sino al punto che Staino è ancora presidente, o qualcosa del genere, dell’Unione degli atei e agnostici razionalisti, come qualche lettore ha rinfacciato al direttore di Avvenire chiedendosi con Galantino quale «valore aggiunto possa venire al giornale dalle strisce» domenicali del vignettista. Il quale ha così trovato felicemente il modo di impegnarsi anche di sabato, visto che Il Dubbio, onorato dalla sua collaborazione, non esce di domenica.
Forse il segretario generale della Conferenza episcopale italiana avrà storto il muso alla definizione del “primo dei socialisti” data da Staino di Gesù, non cogliendo il garbo del vignettista di fermarsi ai socialisti, senza avventurarsi sino ai comunisti, ma non potrà negare che Gesù fu davvero “il primo a combattere per i poveri”. E tanto è bastato e basta a un ex o post- comunista come Staino per riconoscersi in lui, per parlarne come di “un personaggio bellissimo”, e per attualizzarlo ai nostri difficilissimi tempi con le sue vignette forse meglio di quanto non riescano a fare la domenica nelle Chiese i sacerdoti con le loro prediche che personalmente, e da credente, trovo troppo spesso ermetiche e astratte.
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