«In Italia per contrastare un’area estremista e sovranista, molto più vasta e ambigua della Germania, serve un grande schieramento di centro che comprenda noi di Alternativa popolare, Forza Italia e altre formazioni. Solo se Berlusconi resta autenticamente ancorato alle scelte del Ppe e si libera di Salvini e Meloni ci possiamo rialleare con lui». Fabrizio Cicchitto, presidente della Commissione esteri di Montecitorio, pezzo da novanta di Ap, detta le condizioni per poter tornare ad allearsi con la ex “casa madre” di Fi.

Presidente Cicchitto, dove va Ap? Torna da Berlusconi come si potrebbe dedurre dalle parole di Maurizio Lupi, diventato vostro coordinatore, a Il Corriere della sera? Cosa ne pensa lei che invece è stato sempre considerato dell’ala più filo- Pd?

Invito a leggere un documento assai preciso sulla linea di Ap. L’ Italia è un Paese con problemi dell’area protestataria, sovranista o addirittura razzista molto più complicati e difficili che in Germania, dove questa area ha il 13 per cento mentre in Italia c’è una situazione molto più complessa. Perché vede insieme elementi di destra e estrema sinistra quale è il Movimento Cinque Stelle e poi due realtà che sono la Lega di Salvini, totalmente diversa da quella di Bossi, e Fratelli d’Italia che riecheggia tutta una tematica incorporata nella storia del Msi. Riteniamo che, anche superando polemiche del passato, debba essere fatto uno sforzo per aggregare un’area vasta che veda tutti i centristi che hanno appoggiato il governo in questo periodo più Forza Italia che per un verso è stata all’opposizione, ma in un modo così particolare che ha fatto anche il Patto del Nazareno e lo ha rotto non sulle riforme ma sull’elezione del presidente della Repubblica.

Insomma, andate verso Forza Italia?

Mi faccia completare il ragionamento. Noi ci chiamammo Nuovo centrodestra nell’illusione di fare uno schieramento di centro- destra a guida moderata. Abbiamo cambiato sigla quando ci siamo resi conto che metà o forse più di questo centrodestra non ha più nulla a che fare con una realtà moderata.

E vi siete chiamati Alternativa popolare. In tutto questo dal centrodestra vi sono sempre venute accuse di tradimento.

Abbiamo rivendicato tutto quello che abbiamo fatto. La nostra separazione da Berlusconi non è stata un tradimento. Il governo delle larghe intese fu un’intuizione proprio di Berlusconi quando prese atto delle implicazioni del voto del 2013 che pose fine al bipolarismo. Poi, sospinto dagli estremisti che stanno anche dentro Fi, Berlusconi decise di buttar tutto per aria. Noi ci siamo opposti perché avrebbe significato andare sparati verso le elezioni con il duplice rischio di aumentare lo spread e di esporre il Paese all’incognita delle urne.

Se Berlusconi si separasse da Salvini e Meloni, voi siete disposti a tornare con lui?

Il punto è che deve essere superata un’anomalia italiana. Berlusconi ha detto che lui si riconosce nel Ppe. Ma il tratto caratteristico del Ppe in Europa, e ancora di più della Merkel, è una netta discriminante rispetto alle posizioni estremiste e sovraniste. Noi siamo in una condizione di anomalia perché c’è un’alleanza tra Forza Italia, una Lega che ha anche riconosciuto in termini positivi il risultato di Afd e Fratelli d’Italia. Allora, se Berlusconi traesse le conseguenze della sua scelta nel Ppe e rompesse con queste forze, noi, siccome la politica non si basa sui rancori e sulle scomuniche, riteniamo che possano esistere le condizioni per una grande aggregazione di centro che vada da Forza Italia ad Ap a una serie di altre realtà di centro. Quindi, auspichiamo che Berlusconi faccia questo passo, se non lo fa non ci passa neppure per l’anticamera del cervello di andare in una Fi alleata con la Lega e con Fd’I. Questo è il film a oggi.

E le scene successive ce le può abbozzare?

Il film si svilupperà quando si capirà se si fa veramente questa legge elettorale e quando si chiariranno fino in fondo le carte per capire il rapporto tra Berlusconi e questo magma della destra e anche la sua disponibilità o meno di ristabilire un rapporto con noi senza discriminazioni nominative, per cui: Lupi sì, Alfano no…

Considerate ormai Renzi un perdente?

Questo non c’entra. Io dico che questo schieramento di centro in un futuro che riguarda il dopo le elezioni può essere in alternanza con il Pd o può anche allearsi con il Pd. Non esistono schematismi pregiudiziali, ne ha dato una prova anche Fi facendo il Patto del Nazareno. Noi riteniamo fondamentale che nella realtà di oggi ci siano due grandi forze: un Partito socialista a indirizzo riformista e un Partito centrista, moderato, che abbiano entrambi una discriminante rispetto all’area estremista.

E’ stato nominato Lupi coordinatore perché rischiavate lo strappo al Nord dell’ala filoberlusconiana? Quanto questa virata è stata condizionata da un simile rischio?

Non c’è stata nessuna virata. Il discorso su un centro molto più largo di quello che siamo noi l’abbiamo sempre fatto. La virata ci sarebbe se sic et simpliciter come hanno fatto Stefano Parisi ed altri ci fossimo collocati in questo centrodestra. Ma escludiamo nel modo più assoluto di voler andare laddove ci sono la Lega e Fratelli d’Italia. Aggiungo anche che la cosa è fraternamente ricambiata da parte di Salvini e della Meloni. Il punto di scelta è tutto concentrato su Berlusconi: se si trangugia le provocazioni di Salvini e Meloni e quindi anche contraddittoriamente rispetto alla sua proclamata collocazione nel Ppe mantiene questa alleanza oppure se la rompe. Non sono vicende provinciali, ma le grandi discriminanti che attraversano l’Europa.

Lei ha scritto libri come L’uso politico della giustizia, molto apprezzati da Berlusconi. In quali rapporti è rimasto con lui?

Credo che sia una delle persone più geniali e simpatiche che abbia conosciuto, capace di grandissime intuizioni e anche di grandissimi errori. Comunque, domani ( oggi ndr) 29 settembre gli farò gli auguri di compleanno. Ma siccome io sono un tossicodipendente della politica, le scelte politiche poi prevalgono sui rapporti personali che tra noi sono rimasti buoni.