Ci sarebbe una visita del ministro dell’Interno Marco Minniti in Vaticano dietro l’appoggio fornito dai vescovi alla linea del Viminale per l’attività delle ong in mare. A rivelarlo è l’HuffPost, che cita «fonti ben informate» circa un incontro tra il ministro e la segreteria di Stato vaticana, alla quale avrebbe spiegato che il nemico non sono i migranti ma gli scafisti. Minniti avrebbe ottenuto «rassicurazioni e attestati di stima dalla Santa Sede», tradotti, poi, nell’omelia del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia. Una posizione, questa, condivisa dal cardinale Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale. «Sulla stessa linea - ha sottolineato - si muovono il magistero di Papa Francesco e la Santa Sede», aggiungendo che «spetta alle autorità politiche e militari contrastare i mercanti di morte» e alle ong «salvare il maggior numero di vite umane senza rendersi complici dei trafficanti di carne umana». Le polemiche, però, continuano. Ad alimentarle è Loris De Filippi, presidente di Medici senza frontiere Italia, secondo cui le parole di Bassetti sono «un messaggio molto politico di sostegno al governo Gentiloni e al ministro dell’Interno Minniti, più che un orientamento generale a cui la Chiesa dovrebbe attenersi», ha dichiarato a “In Onda” sul La7, dove ha ribadito che l’obiettivo di Msf «è salvare vite».

Il tema continua a dividere, «ma non la Chiesa», sostiene con forza Enzo Romeo, caporedattore e vaticanista del Tg2 Rai. «La riflessione di Bassetti ha soprattutto carattere spirituale - spiega al Dubbio -. Bassetti ha sottolineato e collegato due urgenze sociali: il lavoro, che non c’è o è precario e sta indebolendo le famiglie, e la questione migranti, sostenendo che, fatto sacro il diritto dovere di salvare le vite umane e dell’accoglienza, occorrono regole per gestire questo flusso continuo di persone e che vanno rispettate da tutti, anche dalle ong». Qual è il collegamento? I vescovi, spiega Romeo, sono «terminali della sensibilità della gente e quello che dicono tiene conto di quello che ascoltano». E la gente, spesso male informata, ha paura dei migranti e crede al luogo comune dello straniero che ruba il lavoro. Bassetti avrebbe quindi invocato regole per sconfiggere l’inquietudine che rischia di alimentare populismo. «I vescovi in generale spiega - avvertono questo rischio e il fatto di avere regole un po’ più precise e stringenti fa ritenere loro che in qualche modo il vento possa placarsi». Quella del presidente della Cei non sarebbe dunque un’adesione al codice voluto da Minniti, «non tocca a lui fare la disamina dei singoli punti», aggiunge. Il nodo fondamentale è il rispetto delle regole, che «è buon senso: l’esodo va gestito altrimenti non si aiuta nessuno». Ma all’interno della Chiesa, ne è convinto, non c’è alcuna contrapposizione: «è chiaro che ci possono essere sensibilità diverse, ma Bassetti è talmente vicino a Papa Francesco che ciò che dice deve corrispondere necessariamente alla sensibilità di Bergoglio, che sappiamo impegnato nell’accoglienza. Evidentemente, però, quanto sta accadendo nel nostro paese ha portato alla necessità di sottolineare che mentre si aiuta è importante evitare le speculazioni, che non si alimenti il mercato di vite umane fatto dagli scafisti e che questa gente sia effettivamente accolta e non abbandonata a se stessa». Nessuna distanza tra Bassetti e Galantino, dunque, «che avrebbe avuto parole diverse perché più diretto. La posizione della Chiesa è una sola».