Il primo semaforo lo trovi a un’ora di automobile, sperduto in una macchia di abeti che si arrampica sulle montagne dell’Uncompahgre National Forest, uno scorcio selvaggio che si allunga per decine e decine di chilometri.

Nucla, Colorado sud occidentale, è un paesino di 800 anime che sporge al confine con lo Utah. Fino alla metà degli anni 80 l’economia prosperava intorno alle miniere di estrazione dell’uranio, oggi resta soltanto la centrale di carbone che dà lavoro a un centinaio di famiglie ma che chiuderà i battenti nel 2022.

Nel centro abitato non ci sono bar, non ci sono cinema, non ci sono grandi magazzini, non ci sono negozi di liquori e non c’è neanche un presidio medico. Provvede ( quasi) a tutto l’Apothecary Shoppe, la farmacia della main street che dispensa medicinali da banco, rimedi per punture d’insetto, ma anche generi alimentari di prima necessità, scatolame, ortaggi avvizziti. Il farmacista vende anche pacchetti di sigarette perché «la gente ha il diritto a vivere in modo malsano». In compenso a Nucla sorge uno dei poligoni di tiro più grandi dell’intero Stato, frequentato con devozione religiosa dai suoi cittadini mentre nell’ufficio dello sceriffo occhieggia minacciosa la scritta «Qui non si chiama il 911». Ci si fa giustizia da soli.

Se c’è una cosa che proprio non manca, anzi, che proprio non è ammissibile che manchi in questo angolo remoto di America sono le armi da fuoco, un tema che mette d’accordo i repubblicani e i pochissimi democratici. A memoria Nucla è tra i cinque comuni federali ( assieme a Kennesaw e Nelson in Georgia, a Gun Berrell city in Texas e a Virgin in Utah) che ne ha reso obbligatorio il possesso «per ogni padre di famiglia» come impone l’ordinanza comunale denominata Family Protection Order. Esclusi solamente i malati mentali e chi ha commesso reati gravi contro la persona. Si può rifiutare il possesso dell’arma solo dichiarandosi “obiettori di coscienza”, ma è verosimile che nessuno lo farà mai.

Il rapporto tra i fucili e la comunità di Nucla è infatti qualcosa di profondo, di atavico, a metà tra il culto pagano del Secondo emendamento e la distopia del romanzo di fantascienza: nel 1990 la cittadina organizzò addirittura un campionato del mondo di “tiro al cane da prateria” in cui vennero massacrati oltre tremila esemplari e poi tutti a festeggiare l’evento tra i vapori di barbecue. Sparare agli animali indifesi è in effetti una specialità del luogo, chi alle serpi e alle tortore nelle sterpaglie per ingannare il tempo, chi a orsi e coguari tra i boschi di conifere per «proteggere» i propri figli da chissà quale pericolo.

E gli stessi figli vengono addestrati alle delizie della polvere da sparo appena hanno la forza di imbracciare un fucile. Non solo per diventare a loro volta “guardiani” della comunità, ma anche per avvicinarsi a quella che il capo locale della Nra ( la potente lobby delle armi statunitense) non esita a definire con uno slancio new age «un’attività mistica, molto simile alla meditazione perché ci aiuta a controllare il respiro e a vivere meglio con noi stessi».

Come racconta al Guardian una cittadina britannica originaria dell’Essex che si è trasferita a Nucla con il marito americano: «Vengo da una cultura diversa, dove non ci sono armi; se vivessi in una grande città questa legge mi darebbe fastidio ma qui non vedo il problema visto che non ci sono sparatorie». Già, il crimine a Nucla è solo il tarlo interiore di una comunità che vive con lo spettro farlocco dell’intruder, dello straniero malvagio, uno spettro contagioso. Lo scorso anno si è verificato un solo grave fatto di cronaca in tutta la contea di Montrose: uno squilibrato è stato abattuto mentre tentava di uccidere l’aiutante dello sceriffo, ma per ritrovare altri delitti così cruenti bisogna tornare al secolo scorso, precisamente al 1996 quando un uomo è rimasto ucciso da un colpo di pistola mentre tentava di placare una lite coniugale.

E dire che Nucla fu fondata alla fine dell’Ottocento da un drappello di pionieri idealisti seguaci di Karl Marx e del filantropo britannico Robert Owen che volevano farne «il centro del socialismo mondiale», convinti che gli esseri umani potessero svincolarsi dai legami del profitto capitalista, abolire i debiti, gli interesi, gli affitti solo radunandosi in piccoli centri, lontani dalla corruzione morale delle grandi metropoli. I nomi con cui hanno battezzato le località vicine, Equality, Freeland, Altruria, testimoniano l’ingenuo fervore di quell’epoca di conquista di cui rimane il canale di irrigazione di 18 chilometri costruito dai primi coloni e che ancora oggi porta l’acqua alle abitazioni private.

Il sogno durò poco, la colonia fece bancarotta e già agli inizi del ventesimo secolo invece delle utopie edificanti dei padri nobili del socialismo a Nucla si è imposta tutta un’altra linea. E la sola democrazia possibile si è dimostrata quella fondata sul possesso delle armi. Il che dà ragione un vecchio proverbio inventato dai pistoleri della frontiera: Dio ha creato gli uomini, Simith e Wesson li hanno resi uguali.