È morto Doddore Meloni, dopo quasi due mesi di sciopero della fame intrapreso durante la sua detenzione. A fine giugno era stato ricoverato d’urgenza all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari. Le condizioni sempre più gravi, il diffuso stato soporoso e la lentezza generalizzata del paziente hanno spinto il coordinatore sanitario della Casa circondariale di Cagliari- Uta Antonio Piras a trasferire Meloni in ospedale.

Il suo legale aveva messo in guardia le istituzioni che Meloni rischiava di morire. Francesca Meloni, la figlia di Doddore, si era incatenata sulle scale del Palazzo di Giustizia di Cagliari, per chiedere che al padre vengano riconosciuti gli arresti domiciliari. Accompagnata da Cristina Puddu, l’avvocato difensore di Doddore, Francesca si era incatenata alla ringhiera d’ingresso del tribunale, imbavagliata, mentre altri attivisti avevano avviato una raccolta di firme per solidarietà. Il legale aveva fatto istanza al tribunale di sorveglianza per chiedere i domiciliari, ma in seguito il magistrato la respinse.

Poi si è aggravato sempre di più tanto da essere trasferito in ospedale: ma era troppo tardi e dopo due giorni di coma è morto. Meloni era l’ultimo degli indipendentisti sardi. Era stato arrestato il 28 aprile scorso autodichiarandosi subito “detenuto politico belligerante ai sensi dei trattati internazionali sui diritti umani ratificati anche dallo Stato italiano”. L’indipendentista sardo era un uomo di 74 anni controverso, visionario, protagonista di clamorose proteste e azioni. Si era dichiarato innocente per l’ultimo arresto per reati di natura fiscale. Si era sentito vittima di un accanimento giudiziario.

L’indipendentista sardo, prima di essere fermato dai carabinieri, aveva detto: «Sono condanne ingiuste frutto della persecuzione giudiziaria scatenata nei miei confronti nel 2008, all’indomani della proclamazione della Repubblica indipendente di Malu Entu, per impedirmi di continuare a lottare per l’indipendenza di tutta la Sardegna».

Doddore ha condotto una vita sempre in bilico che persegue un’idea politica propriamente sovversiva. Nato a Ittiri ( Sassari), ma residente a Terralba ( Oristano), autotrasportatore di professione con la passione politica dell’indipendentismo, Doddore è un personaggio molto noto in Sardegna, non solo perché anni fa, con un centinaio di militanti indipendentisti aderenti al Partito Indipendentista Sardo ( Paris), ha occupato l’isola di Mal di Ventre, autoproclamandosi presidente della Repubblica di Malu Entu ( il nome sardo di Mal di Ventre). Il suo nome balzò alle cronache per la prima volta più di 30 anni fa, per un presunto golpe separatista che costò a Meloni nove anni di carcere. Allora militava nel Partito sardo d’Azione, ed era stato accusato di aver compiuto un attentato alla sede di Cagliari della Tirrenia dopo che in casa gli avevano trovato dell’esplosivo.

Con lui finì in carcere un noto indipendentista sardo, il professor Bainzu Piliu, considerato “la mente” del presunto complotto separatista per staccare la Sardegna dallo Stato italiano e altre 13 persone, tra cui un libico che, secondo l’accusa, aveva preso contatti con i separatisti sardi in Sicilia. E qui entra in scena perfino Gheddafi. Meloni raccontò che il colonnello libico addestrava i “patrioti sardì” nei campi paramilitari nel deserto africano, preparandoli all’ora x che sarebbe dovuta scattare una notte di Natale, con l’occupazione di una caserma militare e il blocco delle strade dell’Isola. Una rivoluzione in piena regola con proclama annunciato alla radio, raccontava Doddore. Dopo un lungo periodo di silenzio, una volta uscito dal carcere, Meloni era poi tornato alla carica con l’occupazione dell’isola di Mal di Ventre, dove aveva costituito un governo con tanto di invio al segretario generale delle Nazioni Unite della richiesta di ammissione della Repubblica di Malu Entu all’Onu.

Viene creata la bandiera – rosso e blu in bande orizzontali con al centro sei figure che rappresentano la cultura sarda e la scritta Repubblica Malu Entu – e la moneta locale. Da allora Meloni è tornato spesso all’onore delle cronache con decine di iniziative (occupazioni, sciopero della fame davanti alla Regione Sardegna) anche contro Equitalia, e promuovendo, nel passato, anche un referendum sull’indipendenza della Sardegna.

Meloni credeva nella sua lotta politica. Non a caso si era portato in cella la biografia di Bobby Sands, l’indipendentista irlandese di 27 anni che nel 1981 si è lasciato morire in carcere di fame e di sete. Doddore Meloni aveva annunciato l’intenzione di fare lo stesso. Infatti, non ha più mangiato, e per molto tempo non aveva bevuto. Alla fine gli è toccata l’amara e tragica sorte del suo punto di riferimento politico.