Trecentocinquanta avvocati italiani hanno reso possibile la riapertura dell’Hotel Imperial di Sousse, il resort che il 26 giugno 2015 fu teatro di un  vile attacco terroristico in cui vennero barbaramente uccise 39 persone, mentre si trovavano in spiaggia. Stamattina insieme ai colleghi tunisini e a rappresentanti di altre avvocature dell’area mediterranea con un tuffo collettivo in mare hanno simbolicamente voluto dire no al terrorismo, formando sulla spiaggia  una catena umana, anche per testimoniare il superamento di quel clima di paura che ha condizionato la presenza turistica. “Il Santo Padre Francesco rivolge il suo personale e cordiale saluto esprimendo apprezzamento per l’iniziativa, volta a riflettere, incoraggiare e sostenere ogni sforzo per una più duratura, instancabile ricerca della pace”, si legge in un telegramma  inviato dal segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin. Lotta al terrorismo, rispetto dei diritti fondamentali e dello stato di diritto e ruolo della donna nel Mediterraneo sono state le tematiche affrontate ieri in due tavole rotonde, in una giornata conclusasi con una sobria quanto partecipata cerimonia di commemorazione delle vittime. L’iniziativa e’ stata  insignita della medaglia di rappresentanza da parte della Presidenza della Repubblica italiana. Alla cerimonia di apertura ha preso parte il ministro della Giustizia tunisino, Ghazi Jeribi, che ha sottolineato come cultura e sviluppo economico siano indispensabili per prevenire efficacemente il fenomeno terroristico. “L’Avvocatura italiana e l’Avvocatura tunisina sostengono la democrazia e la pace” è stato il tema del convegno al quale hanno preso parte le più importanti associazioni forensi italiane: Unione Camere penali, Unione Camere civili, Associazione italiana giovani avvocati, Associazione nazionale forense, Unione italiana forense e Osservatorio per la giustizia. Sono intervenuti anche  la sottosegretaria ai Beni culturali e al Turismo Dorina Bianchi e l’Ambasciatore d’Italia in Tunisia Raimondo de Cardona: “È un’iniziativa simbolica dal grande significato”, ha sottolineato l’onorevole Bianchi. “Sono fiero di essere qui come avvocato italiano”, ha detto l’avvocato Francesco Caia,  coordinatore della Commissione Diritti umani del Consiglio Nazionale Forense, che ha organizzato l’ evento da parte italiana.