L’obiettivo: una giustizia amministrativa veloce ed efficiente, a costo zero, attraverso un processo di rinnovamento e digitalizzazione del sistema giudiziario introdotto con il processo amministrativo telematico. Il tema è stato discusso nel convegno “Il processo amministrativo telematico. Magistratura Amministrativa e Avvocatura per l’efficienza del Sistema Giustizia”, organizzato da Unaep (Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici), in collaborazione con il Segretariato Generale della giustizia amministrativa. L’incontro puntava a testare, a cinque mesi dalla sua introduzione, l’efficacia del Pat, e il presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno ha definito il processo telematico «un risultato storico della giustizia amministrativa, che ci pone all’avanguardia rispetto ad altri ordinamenti giuridici in Italia e all’estero». Quella del processo amministrativo telematico «è una sfida che presenta incognite e difficoltà», ha detto Pajno, ma il vero problema «non è applicare una tecnologia quanto costruire una cultura e un modo nuovo di essere fra di noi. C’è un rapporto profondo tra le iniziative assunte per modernizzare la struttura dei processi e la nuova cultura della Pubblica Amministrazione».

Soddisfazione per l’esito dell’incontro è stata espressa anche dalla consigliera del Consiglio nazionale forense Carla Secchieri, che ha chiarito: «Il Cnf è disponibile ad andare avanti nel lavoro comune, perché finalmente c’è vera interlocuzione tra magistratura e avvocatura per superare le difficoltà legate alle norme tecniche. C’è molta strada ancora da fare, ma il tavolo è molto operativo e garantisce la possibilità di lavorare non solo su soluzioni tecniche ma anche su proposte e modifiche normative». A fornire alcuni dati parziali del Pat è intervenuto l’avvocato generale dello Stato, Massimo Massella Ducci Teri. «Non possiamo che esprimere un giudizio positivo su questi primi mesi. Sono stati depositati 12mila atti con un tasso di errore del 3%, e questo significa che tutti abbiamo saputo interpretare in positivo i nodi della riforma, nonostante all’inizio ci sia stato un forte formalismo che ha creato problemi nel sistema».

Per la presidente di Unaep Antonella Trentini, quella del Pat è una vera e propria «rivoluzione a costo zero» del sistema giudiziario italiano: «Nell’ottica dell’innovazione, il principio di preferenza del documento informatico favorisce la velocizzazione e l’efficienza del processo insieme a un notevole risparmio di tempi e di costi. Con il Pat si contribuisce inoltre a liberare risorse per un più efficiente impiego del personale amministrativo e un miglioramento della qualità del lavoro di Magistrati e Avvocati». La strada per ottimizzare il sistema, dunque, non è ancora finita, ma il tavolo - ora diventato permanente - ha mostrato grande dinamismo e operatività.