È una contesa politica trasversale. Che mette contro magistrati, ma anche partiti, ministri dello stesso governo e persino il mondo cattolico. Sul ruolo delle Ong nel soccorso in mare ai migranti e le presunte collusioni con i “trafficanti di uomini” fatte balenare dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro si arriva di ora in ora a una resa dei conti complessiva. Se oggi infatti il Csm deciderà se aprire una pratica per incompatibilità ambientale nei confronti del capo dei pm etnei,  il Copasir ha smentito, per voce del suo presidente Giacomo Stucchi, l’esistenza «di un dossier predisposto dai Servizi segreti italiani e attestante rapporti tra scafisti e Organizzazioni non governative nel Mediterraneo».

Il fatto è tanto più clamoroso se si considera che a parlare di informazioni delle Agenzie italiane era stato lo stesso leader del partito di Stucchi, ovvero il leghista Matteo Salvini. Non è finita. Perché la tesi di una complicità tra soccorritori e criminali è stata smentita anche dal magistrato italiano più di tutti in prima linea sul fronte degli sbarchi: il capo della Procura di Siracusa Francesco Paolo Giordano.

«A noi come ufficio non risulta nulla per quanto riguarda presunti collegamenti obliqui o inquinanti tra Ong o parti di esse con i trafficanti di migranti. Nessun elemento investigativo», ha scandito davanti alla commissione Difesa del Senato, che ha aperto un’indagine conoscitiva dopo le prime notizie diffuse da Zuccaro. Giordano è netto nello smentire il collega. E dalla sua ha una specifica competenza, giacché nel suo distretto ricade il porto di Augusto, il primo assoluto in Italia per numero di migranti che vi sbarcano.

Terza sconfitta per i complottisti, la presa di posizione di monsignor Giancarlo Perego, direttore di Migrantes, fondazione della Cei, dal tenore assai diverso rispetto alla posizione “aperturista” sulla linea del magistrato di Catania: «È giusto che la Procura e la magistratura siano vigili, perché i migranti non siano doppiamente vittime», ha detto il prelato, «però il fuoco politico indistinto sulle nove Ong che operano nel Mediterraneo per salvare le vite umane – di fronte alle morti che sono passate a oltre 5 mila nel 2016 rispetto alle 3 mila del 2015 – con risorse di fondazioni bancarie e di privati, della società civile, è stato un atto ipocrita e vergognoso». Se a questo quadro già molto articolato si aggiunge la netta distanza del ministro della Giustizia Andrea Orlando rispetto al responsabile della Difesa Angelino Alfano, si ha chiara l’ampiezza del conflitto in corso, ma anche della difficoltà di chi ritiene i soccorritori complici dei trafficanti. Certo quello previsto per stamattina a Palazzo dei Marescialli è un passaggio decisivo nella vicenda.

Il Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura deciderà se approfondire formalmente eventuali incompatibilità di Zuccaro con la sua funzione direttiva. La richiesta era partita dal vicepresidente Giovanni Legnini all’indomani delle dichiarazioni rilasciate alla trasmissione Agorà di Rai3 dallo stesso Zuccaro. In parallelo all’attività del Csm, il procuratore generale presso la Corte di Cassazione Pasquale Ciccolo, competente per il disciplinare delle toghe, avrebbe già iniziato l’attività di raccolta di altri documenti sulle “esternazioni” del capo dei pm di Catania.

Le dichiarazioni rilasciate da quest’ultimo ad Agorà giovedì scorso erano in realtà già state espresse davanti al Comitato parlamentare Schengen. A Mon- tecitorio, davanti alla presidente Laura Ravetto, il 22 marzo scorso aveva ipotizzato «un collegamento di fatto, obiettivo, tra gli organizzatori del traffico e le Ong». Zuccaro oggi sarà ascoltato sul punto dalla commissione Difesa di Palazzo Madama, sede in cui ieri è stato smentito dal collega di Siracusa.

Contro Zuccaro si sono espresse anche diverse correnti della magistratura associata, in particolare il gruppo di Area, secondo cui «tali esternazioni esorbitano dagli ambiti e dai limiti di sobrietà propri della comunicazione del magistrato, e inserendosi in un dibattito pubblico fortemente ideologizzato, si prestano immediatamente a strumentalizzazioni politiche, soprattutto di chi crede di poter risolvere il dramma delle migrazioni sostanzialmente con respingimenti in mare». Con il rischio «di fornire argomenti a chi persegue la strategia di delegittimazione, a fini politici ed elettorali, dell’operato prezioso delle Ong».

Riferimento neppure tanto velato a Matteo Salvini e Luigi Di Maio che fin da subito avevano espresso solidarietà al procuratore di Catania. A difesa di Zuccaro si è invece schierato il consigliere laico Pietrantonio Zanettin ( Fi) chiedendo l’apertura di una pratica “a tutela”: «Il dottor Zuccaro è notoriamente magistrato serio e riservato e non merita certamente di essere lasciato solo di fronte agli attacchi della politica che pare non condividere le sue ipotesi investigative, eretiche rispetto alla narrativa ufficiale del fenomeno della immigrazione nel nostro Paese». L’iniziativa di Zanettin è stata condivisa anche dal collega Alessio Zaccaria, componente laico indicato dal M5S.