Caro direttore,con la tua presa di posizione su referendum costituzionale ti sei messo in qualche modo al di sopra delle parti valutando le cose positive e quelle negative per trarre la conclusione che nessuno voterà per il merito. Purtroppo non vi sono cose positive come spero di dimostrarlo, ma so bene le difficoltà di conoscere e capire norme giuridiche che consentono le interpretazioni più diverse, siccome però si tratta non di una legge qualunque, ma della Costituzione, della legge delle leggi dovrebbe essere semplice spiegare il perché della "riforma", la ragione, il messaggio che essa vuole trasmettere.I costituenti nel 1946-1948 lanciarono un messaggio, un'idea nuova, non spiegarono le singole norme che in un loro armonico intreccio e in perfetta coerenza portavano ad un risultato: una Repubblica Parlamentare, un consistente decentramento democratico periferico con autonomie locali effettivamente rappresentative dei territori, un nuovo protagonismo dei cittadini elettori depositari della sovranità, il potere delle istituzioni non assoluto, ma controllato con pesi e contrappesi, un Presidente della Repubblica al di sopra delle parti e garante dell'unità della nazione. Principi difficili ma comprensibili per tutti e come sappiamo compresi da tutti.Purtroppo debbo dirti con molta serenità ed obbiettività che tutto questo viene meno, le nuove norme incrinano quel prezioso contenuto senza un perché credibile, senza una motivazione profonda. Se fossero veri e non falsi e ingannevoli i quesiti referendari in ogni caso non giustificherebbero il perché si modifica profondamente una Costituzione senza curare le vere patologie di questo paese, illudendo i cittadini che in tal modo si rinnova, si cambia, si aumenta il potere e le libertà del cittadino, si rinnova la politica: tutti i slogan vuoti, retorici e populisti. Diciamo con molta chiarezza che se davvero si superasse il bicameralismo paritario (che ormai tanti ritengono di conoscerne il significato) e non è assolutamente vero perché il Senato non è soppresso ma ha funzioni incerte e non coerenti, non conquisteremo nuove libertà e migliori garanzie civili; se davvero si realizzasse un risparmio, e non è vero, perché uno studio scientifico appena pubblicato dimostra che avremmo un aggravio di spese di centinaia di milioni sarebbe davvero una motivazione miserabile e decisamente prosaica; se ci fosse un ridimensionamento dei poteri degli enti locali e questo è reale (l'unica domanda referendaria vera) avremmo un deficit di democrazia e una minore partecipazione dei cittadini.Avremmo come conseguenza un governo centralista lontano dai territori, torneremo indietro non di 30 anni ma molti di più. Si distruggerebbe la parte più consistente della nostra Costituzione anche nel confronto con le altre costituzioni europee, che configura e disciplina un pluralismo democratico e partecipativo degli enti locali e delle Regioni. Come vedi caro direttore non stiamo a discutere se si cambiano 47 o 16 articoli: sta di fatto che si stravolge la Costituzione senza un perché, senza le motivazioni morali giuridiche e politiche che giustificano regole nuove per una nuova società e un nuovo Stato. In Europa da anni le costituzioni non sono state modificate: solo in Francia con la crisi della quinta Repubblica Charles De Gaulle cambiò la Costituzione con un messaggio che lo fa ricordare dalla storia: riteneva necessaria una Repubblica Presidenziale, cioè propugnava una scelta diversa, una terapia diversa per il male della Francia di quel periodo. Le Costituzioni, è vero, non sono eterne, si cambiano, come è avvenuto in Italia e in Germania o altrove, ma si modificano, si adeguano singoli punti per adeguare la cornice a realtà e contenuti diversi; ma, questo è il messaggio principale che mi sento di dare, per cambiare la sostanza e lo spirito di una Costituzione c'è bisogno di ben altro. C'è bisogno di una assemblea costituente dove con l'apporto di tutte le culture, e di tutte le espressioni politiche, ci si interroghi sull'avvenire del paese, sul futuro. Il Parlamento che ha votato sotto ricatto la cosiddetta "riforma" era stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale, non poteva operare in maniera straordinaria e d'altra parte l'articolo 138 non consente modifiche così sconvolgenti. Il Parlamento non aveva autorità morale e politica. Questa la realtà e questa la questione di fondo che è il presupposto della riforma. Entrare nei particolari è inutile e fuorviante perché si alimenta una querelle artificiosa e infantile.La conseguenza di tutto ciò è che il dibattito che si sta svolgendo come quello in particolare di "Porta a Porta" di mercoledì scorso è stato ingannevole ed alienante. È assurdo che discutendo di Costituzione ci si accapigli su questioni banali e puerili: infatti si è discusso di autotrasportatori che attraverserebbero più agevolmente le varie regioni italiane, se saranno approvate le modifiche costituzionali, di beneficio dei farmaci, del drammatico costo standard, di provvidenze che potrebbero agevolare i cittadini. Un assurdo, e debbo quindi dire a gran voce che manca una cultura istituzionale e si fa propaganda per sostenere un impegno del governo che in materia costituzionale, come tutti sanno, dovrebbe restare estraneo.Le Costituzioni sono il risultato esaltante del sacrificio di tanti cittadini dopo guerre o rivoluzioni che sanciscono le libertà dei cittadini e esse hanno il compito di trasmettere ideali, valori, conquiste sociali: si modificano quando si aprono nuovi spazi di libertà, nuovi diritti dei cittadini. Tutto questo è assente dalle norme sottoposte a Referendum per cui è viva la preoccupazione di una involuzione politica e culturale che pone a rischio la nostra società.Le Costituzioni servono per evitare la dittatura della maggioranza e per condizionare il governo (lo diceva due secoli fa Tocville e il messaggio è ancora attuale), per cui una Costituzione proposta del governo è sospetta perché è a beneficio del governo: è questa la ragione principale per la quale Renzi non è credibile e perderà un Referendum presuntuosamente personalizzato. Egli come presidente del comitato del "Sì" ripete che non c'è articolo della riforma che aumenti i poteri del Governo: e la risposta è che se è proprio cosi, ci domandiamo perché è stata stravolta la Costituzione?! Bisognava appunto "rafforzare" il Governo, come sempre abbiamo sostenuto da vari anni, e con le dovute e appropriate garanzie e controlli e non è stato fatto.Invece con le "modifiche" saremmo l'unico paese al mondo ad avere una Repubblica né parlamentare né presidenziale: un ibrido, una Costituzione incerta e un presidenzialismo strisciante non trasparente con più poteri al Governo perché vengono ridimensionati gli altri poteri.In un contesto mondiale così preoccupante, con la fine del "contratto sociale" che legava popoli e istituzioni, in un rapporto armonico e dialettico qualunque avventura è possibile e quindi il solo pericolo che si possa incrinare un meccanismo costituzionale che ha funzionato in questi anni, suscita grandi perplessitàUn'ultima cosa voglio segnalarti: l'assurdo e incomprensibile dibattito che si sta svolgendo in questa anomala campagna elettorale dimostra in ogni caso che la interpretazione profondamente diversa che si dà alle singole norme è il segnale vistoso che le norme non sono chiare: ed è così. Possiamo far entrare in vigore una Costituzione non chiara? La Costituzione del '48 è stata criticata e a volte anche vilipesa, ma non ha dato adito mai a interpretazioni letterali, giuridiche o lessicali diverse. È un esempio di chiarezza giuridica e di ottimo italiano perché i costituenti avevano una forte cultura politica e costituzionale e avevano un messaggio forte da trasmettere ai cittadini.Questo messaggio non possiamo superarlo perché non ne conosciamo uno diverso.In ogni caso prevale il "Dubbio".*ex parlamentare della Dc e del Centrodestra