Sostegno alle imprese e accelerazione nel recupero crediti: questi i due capisaldi del “decreto Banche”, il decreto legge in vigore dal 3 maggio e già presentato alla commissione Finanze del Senato per l’inizio dell’iter di conversione in legge. L’obiettivo è quello di accrescere la «resilienza» degli istituti di credito italiani, appesantiti dalla crisi economica e zavorrati da 360 miliardi lordi di “non performing loans” (i prestiti non performanti, che non riescono più a ripagare il capitale e gli interessi dovuti).IL PATTO MARCIANOLa maggiore novità contenuta nel decreto è la possibilità di stipulare un “patto marciano” tra banche e imprenditori. Il patto prevede che l’istituto diventi proprietario dell’immobile dato in garanzia dall’imprenditore, nel caso di inadempienza di oltre sei mesi dalla scadenza di almeno tre rate, anche non consecutive. La clausola, però, non può riguardare immobili che sono prima casa. Un’accelerazione significativa per i creditori che, con il “patto marciano”, potrà entrare in possesso del bene in soli 7-8 mesi, contro i 40 attualmente stimati per le esecuzioni immobiliari attraverso la procedura giudiziale. «Le parti potranno rinegoziare in questo senso anche contratti di finanziamento già sottoscritti: il debitore potrebbe averne un beneficio in termini di durata e di costo del finanziamento, il creditore potrebbe aumentare le probabilità di recuperare il prestito», ha spiegato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che ha anche previsto una possibile riduzione del contenzioso: «le nuove procedure potrebbero diminuire drasticamente, e la minore pressione dei nuovi flussi renderebbe più rapidi i tempi di gestione di quelle giacenti».PEGNO MOBILIARE NON POSSESSORIOAltro istituto introdotto ex novo è il “pegno mobiliare non possessorio”: l’imprenditore potrà dare in pegno macchinari e beni “strumentali all’esercizio dell’impresa”, senza che però debba materialmente cederli al creditore. In questo modo, potrà incassare un prestito e continuare a utilizzare le attrezzature nel processo produttivo. In altre parole, viene data agli imprenditori una carta in più, per garantire le richieste di finanziamento. RECUPERO CREDITISul fronte del recupero crediti - nota dolente sia per i privati che per gli istituti di credito - si punta ad accorciare i tempi, abbreviando per il debitore i termini per fare opposizione all’esecuzione. Inoltre, il giudice avrà l’obbligo di disporre la provvisoria esecuzione di un decreto ingiuntivo per le somme non contestate, anche quando il debitore si è opposto. «Si stima una accelerazione dei tempi medi del recupero crediti di circa 3 anni», ha detto il ministro Padoan. Vale a dire: dai 7-8 anni attuali, si scenderà a 4-5 anni.GLI OBBLIGAZIONISTI DELLE BANCHE FALLITEIl decreto si è occupato anche delle misure in favore degli investitori di banche in liquidazione, prevedendo i rimborsi per i clienti delle quattro banche fallite a novembre scorso (Banca dell’Etruria e del Lazio, Banca della Marche, la Cassa di Risparmio di Ferrara e quella di Chieti). Il governo ha stabilito un rimborso forfettario fino all’80% senza arbitrato per gli obbligazionisti con un reddito lordo inferiore ai 35 mila euro e un patrimonio mobiliare sotto i 100 mila. Per tutti gli altri, invece, la strada per recuperare almeno parzialmente i loro investimento sarà l’arbitrato.