Sala gremita e pubblico attento, pochissimi con gli occhi fissi al cellulare (anche grazie agli spessi muri della Cassazione, che impedivano la copertura). Gli avvocati romani hanno ospitato, nell’Aula Avvocati di Piazza Cavour, il primo confronto pubblico tra i candidati sindaco di Roma. In otto hanno risposto all’invito, tra cui la super favorita dai sondaggi Virginia Raggi (Movimento 5 Stelle), Francesco Storace (La Destra), Guido Bertolaso (Forza Italia) e Stefano Fassina (Sinistra Italiana). Grande assente, il principale avversario dei 5 Stelle e candidato del Partito Democratico Roberto Giachetti.«L’avvocatura è una parte importante del tessuto sociale della città: siamo 25 mila professionisti e abbiamo titolo per essere interlocutori dei candidati al governo comunale», ha detto il Presidente dell’Ordine di Roma Mauro Vaglio.La più applaudita è stata Virginia Raggi, che giocava con il favore del campo in quanto avvocato dell’Ordine di Roma. Precisa nel lessico e preparata nelle risposte, la Raggi ha saputo sfruttare la sua conoscenza della platea, toccando i temi cari alla categoria. La candidata grillina, infatti, affronta spesso temi giuridici e proprio ieri, all’Aria che tira, ha sostenuto che «Un avviso di garanzia non comporta necessariamente le dimissioni». Gli avvocati romani hanno apprezzato il suo passaggio sulla pubblica amministrazione: «Puntiamo a una p. a. che fornisca risposte certe in tempi certi ai cittadini. L’arma per riportare la legalità è solo una: applicare le norme già esistenti». Si è poi espressa anche sull’Ufficio condoni, famigerato per chi si occupa di diritto amministrativo: «C’è una grande ombra data da una parte della gestione illecita di queste pratiche. L’arretrato è impressionante e l’Ufficio va ripulito, rimpolpato e fatto ripartire».Guido Bertolaso, in pullover blu d’ordinanza, ha provato a far breccia tra i professionisti puntando tutto sul suo curriculum da «uomo del fare»: «Ho gestito le maggiori emergenze italiane degli ultimi dieci anni. Conoscete il parcheggio interrato di fronte alla Cassazione? Lo abbiamo realizzato nel pacchetto di interventi per l’emergenza traffico della Capitale». Capi saldi del suo programma: sicurezza, lotta al degrado e alla «burocrazia borbonica» che strozza la città.L’unico a strappare un applauso nel mezzo del suo intervento è stato il vecchio leone della Destra Francesco Storace, rispondendo a Bertolaso sulla presunta inefficienza degli uffici pubblici romani: «Non tutti i dipendenti comunali sono dei pelandroni e il salario accessorio è solo una conseguenza del mancato rinnovo dei loro contratti». Storace ha risposto alla «novità» Raggi rispolverando la sua lunga carriera alla Regione Lazio: «Dobbiamo mettere in Campidoglio qualcuno che capisca di amministrazione. Il mio terrore è di dover ripartire da zero».Per il candidato della sinistra Stefano Fassina, invece, il primo obiettivo programmatico è «la ristrutturazione del debito capitolino, che pesa ogni anno per 140 milioni di euro». Fassina ha definito «strutturale» il malessere della città, in cui va ristabilita «la giustizia sociale».La platea, educata ma poco incline agli entusiasmi, ha applaudito tutti i candidati. Gli invitati non si sono lasciati andare a schermaglie elettorali e hanno affrontato i temi posti dal presidente Vaglio: legalità nella pubblica amministrazione, turismo e mobilità urbana. Pur scontando l’assenza di Giachetti, il primo incontro tra candidati ha incoronato la Raggi come la candidata da battere, nell’attesa che la campagna elettorale entri nel vivo.