Le strade, certifica, si sono già separate «quando Renzi ha deciso di non dar vita, come avevamo promesso, a un partito unico dei liberal-democratici, negando la fusione fra Iv e Azione. Quanto successo dopo è la logica conseguenza: le nostre strade sono gia' separate da tempo». Carlo Calenda, intervistato da Repubblica, osserva che «oggi è estremamente improbabile» che Iv e Azione corrano insieme alle Europee ma ricorda che i gruppi parlamentari unici «sono formati sulla base di un simbolo che ha un nome dentro, e non posso essere certo io ad andarmene dal mio nome. Lo devono fare loro, se lo ritengono».

«Non so che dire, ci sono tutta una serie di annunci caduti nel vuoto. Ma credo - spiega il leader di Azione quanto al 'timing' della formale scissione con Iv - che a settembre se ne andranno». «Abbiamo cercato di far convivere in Parlamento alcune linee politiche comuni, ma non è andata bene. Prendo atto della volontà di divorzio dichiarata da Renzi e aspetto che si materializzi. Spero solo che avvenga in modo decoroso», prosegue. A chi gli chiede se accetterà “aiuti” da altri partiti per mantenere il gruppo autonomo e non confluire nel Misto, Calenda ribatte con un secco "mai". «La scorsa legislatura l'abbiamo fatta con un deputato e senatore», rivendica.