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Servirà un faccia a faccia tra Meloni, Salvini e Tajani. E anche piuttosto urgente, comunque entro questa settimana. È quello che è emerso da una giornata burrascosa tra alleati di centrodestra sul tema delle prossime regionali, dopo le dimissioni di due assessori di Fdi dalla giunta appena creata dal rieletto presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e le richieste di Lega e Forza Italia di ricandidare i presidenti uscenti delle regioni che andranno al voto il prossimo anno.
«A marzo vanno al voto la Sardegna, governata dal nostro Solinas, la Basilicata guidata dall’azzurro Bardi e l’Abruzzo con il meloniano Marsilio, penso sia naturale ricandidare i tre governatori uscenti del centrodestra - ha detto Andrea Crippa, vicesegretario della Lega - È nello spirito della coalizione trovare l’intesa su tutti i nomi, per poter far partire la campagna elettorale e non perdere tempo». Con una stoccata finale a Fratelli d’Italia, dopo la rottura in Trentino e la volontà del partito di Giorgia Meloni di non appoggiare Solinas in Sardegna. «Non fare partire le campagne elettorali, dove tra l’altro sono coinvolti i tre partiti dell'alleanza non mi pare una scelta saggia», chiosa Crippa.
La risposta arriva da Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e colonnello di Fdi. «Sulla conferma degli uscenti è irresponsabile dare tutto per scontato - precisa Rampelli Se il governatore uscente ha deluso occorre valutare un altro candidato e no agire per logiche di spartizione ma valutando l’operato della giunta uscente».
Il nervosismo tra Fdi e Carroccio va avanti dallo scorso fine settimana e precisamente da sabato mattina, quando Fugatti ha presentato la sua giunta nella quale, rispetto agli accordi di coalizione pre- voto, figurava come vicepresidente Achille Spinelli, responsabile della lista civica legata a Fugatti, e non la melanzana Francesca Gerosa, nominata semplice assessore.
Una scelta incomprensibile per Fdi, con il commissario trentino del partito, il deputato Alessandro Urzì, che appena due ore dopo ha annunciato le dimissioni di Gerosa e Claudio Cia, l’altro assessore in quota Fdi nominato da Fugatti.
L’attacco di Fdi alla Lega in Sardegna prosegue invece da settimane ma ha avuto il suo punto di rottura domenica, quando la coordinatrice regionale del partito, la senatrice Antonella Zedda, ha tolto il sostegno al presidente uscente. «Fratelli d’Italia ritiene che non ci siano più le condizioni per sostenere il secondo mandato del presidente Solinas ha spiegato Zedda in una nota - In altre Regioni d’Italia, per vincere e per il bene della propria terra, il presidente uscente ha deciso di compiere un passo di lato, consentendo alla coalizione di giovarsi dell'esperienza della prima legislatura ma con una guida nuova (il riferimento è al forzista Donato Toma, che l’anno scorso in Molise ha accettato la non ricandidatura “suggerita” dagli alleati, ndr): Fratelli d’Italia, pertanto, ha deciso di assumersi l'onere di convocare un tavolo di coalizione per decidere unitamente agli alleati della maggioranza quale sia la strada da percorrere insieme». E se dunque in Sardegna si arriverà a un faccia a faccia a livello locale, ieri è apparso evidente come un vertice anche tra i leader nazionali sia indispensabile, visto che anche Forza Italia ha risposto per le rime alle voci che vorrebbero sia Fdi che Lega non disposte a sostenere la ricandidatura di Bardi in Basilicata «Vito Bardi è il presidente uscente della Basilicata, vincente in tutti i sondaggi, e non è in discussione la sua candidatura - ha detto il segretario azzurro Antonio Tajani, facendo capire il clima tutt’altro che amichevole - Forza Italia lo sostiene con forza e determinazione senza se e senza ma: noi rispettiamo gli impegni con gli altri e gli altri devono rispettare gli impegni con noi».
I rumors parlano di un tentativo da parte del Carroccio di candidare Pasquale Pepe, ex senatore e attuale collaboratore di Matteo Salvini a Palazzo Chigi, lasciando a Fratelli d’Italia la Sardegna. Ma le parole di Crippa hanno ribaltato ancora una volta il tavolo, lasciando intendere come quelli degli ultimi giorni siano state solo le prime puntate di una telenovela ancora lontana dall’ultima stagione.