PHOTO
Silvio Berlusconi morto all'età di 86 anni dopo una lunga malattia
La Corte di Cassazione ha respinto in via definitiva il ricorso della Procura generale di Palermo contro la decisione d’appello che aveva bocciato la richiesta di sorveglianza speciale e confisca dei beni di Marcello Dell’Utri, confermando così l’assenza di qualsiasi legame tra Silvio Berlusconi, Dell’Utri e Cosa nostra. Una pronuncia destinata a segnare un punto fermo dopo trent’anni di sospetti e polemiche, e che ha scatenato le reazioni di tutto il vertice di Forza Italia, che parla di «verità ristabilita» e «fine di un accanimento giudiziario».
La Cassazione ha respinto le tesi della Procura, che ipotizzava che il patrimonio accumulato da Dell’Utri - anche grazie alle donazioni ricevute nel tempo da Berlusconi - potesse avere natura illecita o mafiosa. Un’ipotesi già smentita in tutti e tre i gradi di giudizio. La Suprema Corte ha quindi confermato che non esistono elementi per stabilire alcun collegamento economico o relazionale tra l’ex premier e Cosa nostra, chiudendo definitivamente un capitolo che ha accompagnato per decenni il dibattito politico e giudiziario italiano.
Tajani: «Cancellati anni di menzogne»
Il vicepremier e segretario di Forza Italia Antonio Tajani ha affidato a un post su Facebook la sua reazione: «Non è mai esistito alcun legame tra Berlusconi, Dell’Utri e Cosa nostra. Per anni abbiamo assistito a un accanimento giudiziario strumentalizzato dai nostri avversari. Oggi si cancellano anni di menzogne e calunnie, si rende giustizia alla memoria di un grande italiano».
Sulla stessa linea il ministro per le Riforme istituzionali Elisabetta Casellati, che parla di «verità tardiva ma necessaria». «Silvio Berlusconi non ha mai avuto legami con Cosa nostra, l’ha sempre combattuta con provvedimenti esemplari da premier. La Cassazione chiude trent’anni di mistificazioni e attacchi strumentali».
Per il presidente dei senatori azzurri Maurizio Gasparri, la decisione della Suprema Corte«smentisce una volta per tutte ricostruzioni fantasiose e faziose». «La sentenza toglie ogni alibi a chi ha costruito per anni una narrazione giudiziaria e giornalistica per colpire Forza Italia e il suo fondatore. Si chiude un ciclo di propaganda e falsità».
Il capogruppo alla Camera Paolo Barelli parla di «fango e ombre infamanti» finalmente dissolti: «La verità arriva tardivamente, ma emerge in tutta la sua chiarezza. Per noi lo è sempre stata: Berlusconi è stato un grande leader, colpito ingiustamente per anni». Anche Deborah Bergamini, vice segretario nazionale del partito, sottolinea la portata politica della decisione: «La Cassazione demolisce un teorema mediatico che ha inquinato il confronto pubblico per trent’anni. Berlusconi la mafia l’ha combattuta, non frequentata».
Dalla Sicilia, il presidente della Regione Renato Schifani ha espresso soddisfazione per una sentenza definita «storica»: «La verità trova sempre la sua strada. Berlusconi è stato un uomo di straordinaria energia e passione civile. Dell’Utri ha condiviso con lui un percorso umano e politico spesso colpito da pregiudizi. Oggi la giustizia riconosce ciò che molti hanno sempre saputo».