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Sono ore decisive in Ucraina, a Kiev si vive su un’altalena sfibrante, passando in modo repentino dalla speranza alla paura. Al centro della scena c’è sempre lui: zar Putin. Grazie alla studiata iconografia messa in piedi dal Cremlino, il presidente russo continua a mostrarsi come l’uomo forte al comando. Eppure, dietro questo potere così esibito, appaiono inequivocabili segnali di una fronda robusta, più di quanto il regime di Mosca non voglia far apparire. E c'è un giallo in queste ore che agita i sonni degli uomini più vicini a Putin. Una sbavatura nel rigido sistema di propaganda messo in piedi dal presidente russo, che ha creato più di qualche imbarazzo al Cremlino. Il Dubbio ha infatti potuto visionare in esclusiva il video della surreale riunione del consiglio di sicurezza convocato da Putin lo scorso 21 febbraio che presenta più di una stranezza e dà l’idea di una inedita fragilità dello “zar” di San Pietroburgo. Nel momento in cui Putin congeda il primo ministro Mishustin - e siamo al punto 1.18.19 - e chiama a parlare Sergey Naryshkin, ecco in quel preciso istante si nota distintamente la presenza di un uomo in divisa che lascia il palchetto allestito dal cerimoniale di Putin ma che poi sparisce nel nulla. Dalle immagini è chiaro che l’uomo in divisa aveva appena finito di parlare, eppure del suo discorso non v'è traccia nel video. Un video che naturalmente era stato registrato e mandato in onda due ore più tardi il suo reale svolgimento. Ma chi è quell'uomo? E come mai l’ufficio propaganda del Cremlino ha organizzato in tutta fretta una censura così grossolana? Iniziamo col dire che quella sagoma furtiva è Igor Krasnov, procuratore generale della Russia, l’uomo più potente del sistema giudiziario moscovita. Almeno fino a qualche giorno fa. Quello che invece non sappiamo è il motivo di tanto zelo nel rimuovere, cancellare, far sparire il suo intervento. Non appena il responsabile comunicazione del Cremlino si è accorto della falla nel montaggio, ha infatti ordinato l’immediata rimozione del video che a quel punto è stato sostituito da un filmato tagliato in modo impeccabile, così da far sparire nel nulla il procuratore Krasnov. Ma non finisce qui: nei giorni immediatamente successivi l’incontro del consiglio di sicurezza, le apparizioni di Krasnov si sono limitate a comunicati ufficiali che, in linea teorica, possono essere stati redatti da qualsiasi altro funzionario della giustizia. Insomma, un vero mistero. Ma quella del caso Krasnov non è l’unica crepa apparsa nella fortezza propagandistica di Putin. Due giorni dopo il consiglio di sicurezza, il presidente russo ha avuto un incontro assai più complicato. Ci riferiamo allo scambio di battute, per così dire, con i più potenti oligarchi russi. In quel caso Putin ha dovuto raccogliere la forte preoccupazione e il forte disagio di uomini colpiti al cuore delle proprie finanze dalle sanzioni di Bruxelles e Londra. A cominciare dalla temutissima sospensione del famigerato sistema Swift, che se venisse applicata sarebbe una vera catastrofe economica. Ma non solo per la Russia a dire il vero. Insomma, gli oligarchi avrebbero fatto presente a Putin le drammatiche conseguenze della guerra all'Ucraina sulla rampante finanza di Mosca. Nelle stesse ore intellettuali e giornalisti hanno inondato i social con messaggi di dissenso nei confronti della guerra e del regime putiniano. Una protesta durata solo poche ore: i vertici delle emittenti pubbliche hanno infatti intimato ai giornalisti di rimuovere qualsiasi commento su quanto stava accanto in Ucraina. Pena: l’immediato licenziamento. Insomma, Putin è davvero così forte e saldo, oppure queste reazioni scomposte sono segnali di debolezza nei confronti di un dissenso crescente anche da parte di chi governa davvero l’economia russa?