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Matteo Renzi
Il faccia a faccia della prossima settimana tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi dovrebbe, a detta dell’ex premier, chiudere il “teatrino” dei giorni scorsi. Il punto da capire è se poi sul teatrino calerà il sipario o sarà nient’altro che l’ennesima episodio di un infinito sequel che va avanti da mesi (o magari da anni). Diciamolo chiaro. Che una, due o anche tre ore di colloquio possano funzionare come una ruspa appianando divergenze che hanno provocato altissimi lai vuol dire o che i quei lai erano finzione e l’intesa eventualmente raggiunta il disvelamento di quintali di ipocrisia; oppure erano veri e allora nessun accordo risulterà possibile se non a prezzo dello screditamento di chi l’ha sottoscritto. I sussurri del Palazzo danno più credito alla seconda ipotesi che alla prima. Vedremo. Resta che se è complicato immaginare una ricucitura che metta il silenziatore a Renzi e benzina nel motore di una coalizione finalmente coesa, ancor più impervio appare accreditare l’idea che l’M5S (qualunque cosa sia ora), il Pd e Conte possano governare con più tranquillità in virtù dell’arrivo nell’accampamento giallorosso di un drappello di “responsabili” non meglio identificati nelle intenzioni e nello spirito. Perché, appunto, il nocciolo è sempre lo stesso: governare. L’Italia, al di là delle sirene della propaganda, è alle prese con una situazione molto difficile e l’ombra della recessione si allunga pericolosamente. Adesso abbiamo anche il Coronavirus in casa: un pericolo in più che, evitando allarmismi, non può essere sottovalutato. Occorrerebbe capacità di leadership, chiarezza di intenti, risolutezza di interventi. Mercanzie che sembrano difettare. Se nelle prossime settimane il quadro politico si chiarirà e la fiducia reciproca prenderà il posto dei veti e degli sgambetti, sarà un formidabile passo avanti. Viste le premesse è lecito dubitarne, ma non si sa mai. Ciò che sarebbe inammissibile è se il teatrino lasciasse il posto alla palude; se la propaganda si alzasse di tono fino a diventare cacofonia stordente. Una cosa del genere non gioverebbe a nessuno, a cominciare da chi batte la grancassa invece di affilare il ragionamento. Quel che occorre è una poderosa operazione verità nei riguardi dei cittadini. Anche a costo di sobbarcarsi dosi di impopolarità. La vera terapia shock per l’Italia è tutta qui.