Si chiude oggi il Salone del Libro di Torino che ha visto, per il quarto anno consecutivo la partecipazione de Il Dubbio. Una quattro giorni nei quali al nostro stand si sono alternati avvocati, magistrati, giuristi, intellettuali e politici per discutere di giustizia, politica, carcere, temi etici e tanto altro. Questa mattina, l’avvocato Giuseppe Vitrani, consigliere del Coa di Torino, parlerà di  “Vite reali e vite immaginarie, passando per il metaverso e le identità digitali”. Seguirà, alle 11, un faccia a faccia sul processo mediatico, con l’avvocato Giovanni Berti Arnoaldi Veli e lo scrittore Bruno Lago, vittima di errore giudiziario.

La giornata si concluderà con la premiazione del “Premio Letteratura per la giustizia”, edizione 2024, il concorso letterario promosso dal Dubbio- Cnf- Fai, che quest’anno è stato vinto da Alfonso Sirchio con il libro "Il ministro".

Il Dubbio, edizione dopo edizione, sta diventando protagonista della kermesse torinesi. In questi giorni il nostro stand ha registrato molte presenze, grazie al livello altissimo dei dibattiti che si sono svolti e attirati dalla installazione dedicata al tema del processo mediatico,  all’interno del nostro stand (T122, Padiglione Oval). 

Una nuova sfida che abbiamo deciso di lanciare dopo il successo ottenuto lo scorso anno con “Cinque minuti in cella”, l’esperienza che simulava la detenzione in carcere. Quest’anno abbiamo voluto proporre ai visitatori del Salone qualcosa di diverso: un “rito mediatico” diviso in tre parti per riflettere sulla fragilità della presunzione di innocenza e sulla ferocia dei media. Perché il fango mediatico può colpire chiunque, anche gli innocenti. Ma per capire cosa vuol dire finire nel tritacarne del processo mediatico bisogna provare la gogna sulla propria pelle, partendo da una domanda: se fossi tu il “colpevole” sbattuto in prima pagina?

Il primo step dell’esperienza con l’arresto e la foto segnaletica, con gli ospiti “presi in custodia” e fotografati dopo aver compilato un modulo con i propri dati. La foto segnaletica sarà quindi inserita in una testata fittizia, completa di titoli e articoli che rappresenterà i partecipanti come “colpevoli”, nonostante siano solo “indagati”. Infine, abbiamo consegnato ai visitatori una copia della prima pagina “fake” con la propria foto.

A dare il via all’iniziativa è stata un’ospite d’eccezione: Francesca Scopelliti, compagna di Enzo Tortora. 

Molto interessante è stato l’incontro sui test psicoattitudinali nei confronti dei magistrati, con gli interventi di Anna Rossomando, esponente del Partito democratico e vicepresidente del Senato, Enrico Costa, responsabile Giustizia di Azione, Armando Spataro, già magistrato, e Fabrizio Starace, psichiatra.

Il focus sull’emegenza carceri ha visto protagonista Mauro Palma, ex Garante nazionale dei detenuti, e Daniela Rossi, consigliera dell’Ordine degli avvocati di Torino.

Il dramma della situazione nell’Iran degli ayatollah e della repressione, precisamente nella famigerata prigione di Evin, con due donne che lottano contro il regime: l’avvocata per i diritti umani Nasrin Sotoudeh e il Nobel per la Pace Narges Mohammadi, è stato al centro di uno spettacolo messo in scena dalla compagnia teatrale “ Attori & Convenuti” di Firenze composta da avvocati, magistrati e notai.

La prima giornata del Salone si è conclusa con la presentazione del libro “Avvocati di guerra. Storie e testimonianze da Ucraina e Russia” ( Ed. Guerini e Associati) con l’autore Gennaro Grimolizzi, avvocato e giornalista de Il Dubbio, e l’avvocata Barbara Porta.

La seconda giornata si è aperta con un evento dedicato alla giustizia sportiva, con Stella Frascà (consigliere federale FIGC, commissione Diritto dello sport del Cnf), l’avvocato Mattia Grassani, e Salvatore Crimi (Coa di Torino). Molto interessante anche la discussione sull’intelligenza artificiale, con il consigliere del Cnf Vittorio Minervini (vicepresidente Fai) e Tatiana Tommasi (Politecnico di Torino), che hanno dialogato ruolo del “giudice robot”, tra esperienze reali e fantascienza.

A seguire due interviste legate al tema del carcere, con un focus sull’edilizia penitenziaria al quale ha preso parte l’avvocato Minervini insieme all’avvocata Elisabetta Brusa e agli architetti Cesare Burdese e Federica Sanchez.

Mentre l’avvocato Antonio Genovese, in un incontro curato dall’Ordine degli avvocati di Torino, ha affrontato le questioni legate all’affettività in carcere, dopo la storica sentenza della Consulta dello scorso gennaio,.

La giornata di ieri si è aperta con Silvana Arbia, la magistrata che fu testimone del genocidio Tutsi del 1994 come Prosecutor nel Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda.

Molto interessante il dibattito con monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, e Lorenzo D’Avack, già presidente del Comitato nazionale per la bioetica, sul fine vita e sulla battaglia infinita per una legge sul suicidio assistito alla luce della imminente pronuncia della Consulta.

Nel  pomeriggio di sabato ci sono stati due eventi dedicati a due distinti processi: con l’avvocata Alessia Pontenanisi è parlato del caso di Alessia Pifferi, la madre accusata di aver lasciato morire di stenti sua figlia di 18 mesi. A seguire il caso Bibbiano con Claudio Foti, lo psicoterapeuta assolto definitivamente nel processo “Angeli e Demoni” dopo cinque anni di accanimento mediatico, insieme al suo difensore Luca Bauccio.

La giornata di ieri si è conclusa con l’ex gip di Milano Guido Salvini, che ha affrontato il tema della separazione delle carriere. 

Come ogni anno gli eventi sono stati ripresi in diretta e sono visibili sui nostri canali digitali.