Sarà il 19 novembre la data in cui la Corte di Cassazione si pronuncerà sul ricorso presentato dalla difesa di Serhii Kuznietsov, l’ex militare ucraino di 49 anni arrestato lo scorso agosto nel Riminese su mandato d’arresto europeo. L’uomo è accusato dalle autorità tedesche di aver partecipato al sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, avvenuto nel settembre 2022 nel Mar Baltico. La Corte d’Appello di Bologna aveva già disposto la consegna del cittadino ucraino alla Germania, ma l’avvocato difensore Nicola Canestrini ha impugnato la decisione davanti alla Suprema Corte, sollevando sette motivi di legittimità.

I motivi del ricorso

Come spiega il legale, i punti principali riguardano: il diritto a un’udienza pubblica, l’immunità funzionale per atti di guerra (iure imperii), la natura politica del reato contestato, il rischio di trattamenti inumani o degradanti in Germania, la nullità di atti processuali, la violazione del principio del ne bis in idem e la lesione del diritto di difesa.

Canestrini sottolinea che il caso «pone questioni cruciali per lo Stato di diritto in Europa», in particolare sulla distinzione tra atti di guerra e reati comuni e sul rispetto dei diritti fondamentali nel mandato d’arresto europeo.

Estradizione sospesa in attesa della decisione

L’arresto di Kuznietsov, ex militare con un passato nelle forze armate ucraine, aveva suscitato interesse internazionale per il contesto altamente sensibile dell’inchiesta sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, che trasportavano gas dalla Russia alla Germania attraverso il Baltico. La Corte di Cassazione dovrà ora decidere se annullare o confermare la sentenza della Corte bolognese. In caso di annullamento, il procedimento tornerà all’Appello di Bologna per un nuovo esame. In caso contrario, la consegna alla Germania potrà avvenire entro dieci giorni dalla pronuncia definitiva.