Fonti americane fanno filtrare ottimismo. Mosca: «Non vogliamo occupare il Paese». E Zelensky commuove il Congresso Usa

Prima gi applausi commossi che il Congresso americano ha riservato al presidente Zelensky; poi la promessa del presidente Biden il quale ha promesso nuove armi e la convinzione che Putin sia a un passo dal collasso: «Il nostro obiettivo è quello di far pagare il prezzo di quel che ha fatto a Putin. Manterremo la pressione sull’economia russa che sta crollando e isoleremo Mosca sulla scena mondiale».

Tra le due cose la bozza dell’accordo di Pace che sembra più vicino e che si baserebbe sulla neutralità dell’Ucraina.

FIORONI E GRIMOLIZZI La disobbedienza dei reporter russi «Basta censura, ce ne andiamo!»

Da ChanellOne, a Ntv a Rossiya1 le strar della tv si ribellano alle veline di guerra del Cremlino

Igiornalisti russi iniziano a dimostrare insofferenza e malumore rispetto alle scelte liberticide di Putin.

Le notizie che giungono, grazie alle testate online - molte delle quali presenti su Telegram -, evidenziano che è in atto una vera e propria rivolta.

A dare la stura la clamorosa protesta di Marina Ovsyannikova di Channel One. Tre giorni fa nel corso del telegiornale è apparsa alle spalle della conduttrice agitando un cartello contro l’aggressione in Ucraina e con la scritta “No alla guerra, fermate la guerra. Non credete alla propaganda, vi stanno mentendo”.

Un moto di coscienza sta interessando i mezzi busti e le firme più prestigiose dei giornali cartacei e online?

Forse sì. La conduttrice Lilia Gildeeva ha lasciato il canale Ntv, dopo un’esperienza durata sedici anni.

L’addio è stato comunicato dalla stessa Gildeeva mentre si trovava all’estero. Ha preferito lasciare prima la Russia. «Temevo – ha detto al blogger Ilya Varlamov sul suo canale Telegram - che non mi avrebbero lasciata partire. Poi mi sono dimessa».

Per molto tempo Lilia Gildeeva ha condotto l’edizione del telegiornale ricevendo da Putin parole di apprezzamento. Nel 2008 le vennero riconosciuti «i meriti nello sviluppo dei media e per molti anni di lavoro coscienzioso». Un anno fa le venne espressa gratitudine dal padre- padrone della Russia «per il supporto informativo e il lavoro pubblico attivo, finalizzato allo sviluppo della società civile nella Federazione Russa».

Ma l’ondata di addii dalle tv non si è fermata. Un altro giornalista di Ntv, Vadim Glusker, ha lasciato l’emittente dopo quasi trent’anni di carriera. Non è ancora chiaro il motivo del suo abbandono.

In questo periodo in Russia l’opacità è all’ordine del giorno. L’ufficio stampa di Ntv ha riferito che Glusker ha lasciato per motivi di salute.

Il giornalista ha parlato di licenziamento. Vadim Glusker ha lavorato nei programmi ' Today', ' Results', ' The Other Day' con Leonid Parfyonov, ' Country and World', ' Accents of the Week' e ' Results of the Week'. Negli ultimi tempi era stato inviato a Bruxelles per seguire i lavori dell’Unione europea. Il suo ultimo servizio risale a neppure un mese fa, al 26 febbraio.

L’agitazione prosegue a Chanel One, dove si registra l’abbandono di Zhanna Agalakova, in forza al canale tv dal 1999 con esperienze pregresse in Rtr ( Russia 1) e Ntv. Dal 2005 Agalakova ha lavorato come corrispondente speciale da Parigi.

Nessuna notizia, nessuna indiscrezione sul suo licenziamento.

L’editore non ha rilasciato commenti. La cessazione della collaborazione è stata comunicata dal sito anti- putiniano Meduza, che ha riportato una dichiarazione della diretta interessata, desiderosa di vivere una seconda vita, «più libera».

Dall’azienda pubblica VGTRK, proprietaria dei canali Rossiya 1, Rossiya 24, Rossiya- Kultura, seguita da oltre 50milioni di telespettatori, trapela, inoltre, una notizia clamorosa: i dipendenti si appresterebbero a lasciare in massa il programma informativo “Vesti”.

Il primo ad esprimere malumore e insofferenza sarebbe stato il noto giornalista Sergey Brilev, ormai deciso ad abbandonare riflettori e telecamere. Problemi anche per i corrispondenti russi dall’estero.

A causa delle sanzioni applicate contro la Russia le loro carte di credito non funzionano ed è impossibile prelevare denaro.

Ieri Marina Ovsyannikova ha rilasciato un’intervista alla Reuters. Dopo aver esposto un cartellone contro la guerra in Ucraina, è stata subito fermata; dopo un giorno di arresto è stata portata nel Tribunale distrettuale di Ostankinsky di Mosca.

Le è stato contestato un illecito amministrativo, rientrante nella parte 2 dell'articolo 20.2 del Codice degli Illeciti Amministrativi (“Organizzazione di un evento pubblico non autorizzato”) con la condanna al pagamento di una multa. «Non mi sento assolutamente un’ eroina», ha detto Ovsyannikova alla Reuters. «Voglio – ha aggiunto - che questo sacrificio non sia stato vano e che le persone aprano gli occhi. Credo in quello che ho fatto, ma ora capisco la portata dei problemi che dovrò affrontare e, ovviamente, sono molto preoccupata per la mia sicurezza». La giornalista dissidente ha riflettuto sulle restrizioni che gli organi di informazione subiscono e sul forte condizionamento al quale sono sottoposti: «La cosa peggiore è che quando gli ucraini chiamano i russi e i russi gli ucraini c'è sempre un conflitto, perché i media e la propaganda ci hanno divisi e ci hanno messo ai lati opposti delle barricate».