Nuova rissa tra Pd e centristi, il segretario dem: «Chi vota per loro vota Meloni». Ed è bufera

La coalizione che poteva essere, e che non è stata. Se qualcuno volesse scrivere un romanzo fantapolitico sul rapporto tra il Pd, da un lato, e Azione e Italia viva, dall’altro, il titolo suonerebbe più o meno così. E l’ultimo capitolo, in ordine di tempo, è stato scritto ieri a Milano al lancio della campagna elettorale del terzo polo. Perché se il segretario dem avesse deciso di parlare al centro «liberal progressista» ( copyright Calenda) piuttosto che alla sinistra di Fratoianni e Bonelli, forse, a Milano, ci sarebbe stato anche lui. E invece la scelta di aprire prima solo a Calenda e poi di non chiudere a ai leader di Verdi e Sinistra italiana quando il segretario di Azione ne ha fatta una questione di permanenza nello schieramento, ha diviso, almeno per questa tornata elettorale, le strade dei due ex presidenti del Consiglio e e dell’ex ministro dello Sviluppo economico. Con il risultato che, a tre settimane dal voto, Pd e centristi non si sono mai odiati così tanto.

«Qualche anno fa, dopo il trattamento Renzi, il Pd ha rischiato di fare la fine del Partito socialista francese e del Pasok greco ha detto Letta a L’Espresso - Allora la stessa esistenza del Pd era in pericolo perché avevano provato a distruggerlo». Per poi spiegare di aver «davvero cercato una relazione costruttiva con gli ex segretari che hanno lasciato la nostra casa e hanno fondato due partiti», ma che «con Bersani e Speranza ha funzionato, con Renzi no».

Non solo, parlando al Messaggero e prendendo d’esempio il collegio uninominale del Senato Roma I, il leader dem ha sottolineato che «chi vota Terzo polo vota Fratelli d’Italia», così come «chi vota Movimento Cinque Stelle vota Fratelli d’Italia», spiegando che «è una logica brutale ma inoppugnabile».

Tanto basta per provocare la replica sia dello stesso Carlo Calenda sia di Matteo Renzi. «Letta sempre più in difficoltà inizia a mentire - scrive Renzi sui social - Breve ripasso: chi vota Terzo Polo vota Calenda e Renzi, chi vota centrodestra vota Meloni e Salvini, chi vota Pd vota Letta e di Maio. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei».

Calenda definisce invece «infantile» il ragionamento di Letta. «Questa campagna ti ha trasformato in peggio, ed è un vero peccato - aggiunge il leader di Azione - Volgi gli occhi di tigre altrove». Entrambi, poi, hanno presentato il progetto politico che li vede coinvolti.

«A Milano nasce Renew Europe in Italia, il partito che in Francia è guidato da Macron, e che porterà tanti giovani a interessarsi di politica - ha scandito Renzi in un video - Noi siamo quelli che se facciamo un buon risultato teniamo Mario Draghi a palazzo Chigi, non Giorgia Meloni». L’ex presidente del Consiglio ha anche sottolineato che «l'Europa impatta moltissimo nella nostra vita e per questo è fondamentale che l'Europa non sia soltanto un luogo burocratico ma anche democratico» . Ma il numero uno di Italia viva, alla convention di Milano apertasi con l’Inno di Mameli, ha anche ragionato sul fatto che «l’unico voto utile» è quello per Azione- Italia viva e ha inveito contro la «stupidità del populismo» e «i niet e i dinieghi della sinistra».

Sul palco anche la ministra per il Sud, Mara Carfagna, e quella per gli affari regionali, Maria Stella Gelmini, tra le più attese dopo l’addio a Forza Italia. E se Carfagna ha definito «indegni» gli uomini «che hanno mandato a casa», attaccando Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Giuseppe Conte, senza mai pronunciare il nome di Silvio Berlusconi, l’ex Cavaliere è stato citato da Gelmini tra i «colpevoli» della fine del governo Draghi.

Ed è arrivato, infine, il leader del terzo polo, Carlo Calenda. «Daje forte», ha detto l’ex ministro in avvio di discorso. «Vogliamo dare una casa al popolarismo, al repubblicanesimo e al liberalismo progressista - ha ragionato Calenda - Letta ha perso il diritto di intestarsi il liberalismo progressista quando, facendo la campagna elettorale più violenta dal dopoguerra, ha deciso che se non voti Pd sei no vax». La partita, in vista delle Politiche del 25 settembre, è appena iniziata.