LA GUERRA DELLE SANZIONI

Il giorno dopo la decisione dell’Ue di fisare il prezzo al costo del gas, Vladimir Putin punta nervosamente il dito contro le sanzioni e minaccia: «Forse dovremmo pensare a limitare l'esportazione di grano e altri generi alimentari lungo questa rotta - ( l’Occidente)- mi consulterò sicuramente con il presidente turco Erdogan su questo argomento».

La presidente della Commissione europea von der Leyen: «Ue quasi autonoma, l’import dalla Russia ridotto al 9%»

Annullate subito le sanzioni o vi toglieremo il gas. Le parole di Vladimir Putin che minaccia di interrompere tutte le forniture di metano destinate all’Europa non colgono impreparata l’Unione europea decisa a porre un tetto al prezzo del gas importato dalla Russia, il cosiddetto price cap potrebbe diventare realtà la prossima settimana. È stata la presidente della Commissione Ursula von der Leyen a spiegare che i paesi membri hanno «lavorato duramente negli ultimi mesi per avere una rete di solidarietà. Questo lavoro è stato necessario per avere altri fornitori così da non subire più i ricatti della Russia e degli annunci di Putin». Un modo per contrastare quello che sta gia succedendo con la chiusura del grande gasdotto Nord Stream 1 nel nord della Germania a tempo indeterminato, con Mosca che attribuisce direttamente alle sanzioni questa interruzione.

Una situazione che ha provocato per 13 paesi europei tagli totali o parziali del gas. In questo modo, ha continuato la von der Leyen, «non ci interessiamo più a questi annunci russi, perché sappiamo che sono ricatti e che la cosa migliore è rafforzarci, avere altri fornitori e avere la solidarietà». In attesa di come agirà concretamente la Ue i prezzi continuano a salire vertiginosamente su tutti i mercati e la Russia può continuare a finanziare la sua guerra all'Ucraina ( grazie alle importazioni europee).

Uno studio pubblicato da alcuni ricercatori finlandesi ha stimato che la Russia ha guadagnato 158 miliardi di euro grazie all'aumento dei prezzi dei combustibili fossili durante l'invasione iniziata sei mesi fa, più della meta dell introito proviene dalle capitali del vecchio Continente. Mentre a Bruxelles von der Leyen illustrava l'intenzione della Ue, Putin parlava al Forum economico che si è tenuto ieri a Vladivostok. Da questa tribuna il leader russo ha condannato di nuovo le sanzioni definendole un’ aggressione economica e una minaccia per il mondo intero. Secondo il capo del Cremlino la qualità della vita per gli europei è stata sacrificata mentre i paesi più poveri stanno perdendo l'accesso al cibo.

La strategia comunicativa putiniana si concentra sulla tesi che già 345 milioni di persone nel mondo sono in una situazione di insicurezza alimentare, 2,5 volte di più rispetto al 2019. Ciò sarebbe dovuto al fatto che l'Ucraina spedisce grano solo verso l'Europa e non verso l'Africa, per questo ha annunciato che proporrà al turco Erdogan di limitare il flusso. Un arma di ricatto anche questa che mira a nascondere che in Russia l'inflazione in aumento, le aziende faticano, a causa delle sanzioni, a procurarsi parti di macchinari dall'estero.

Von der Leyen assicura che l'Europa ha indebolito la presa della Russia derivante dal suo fabbisogno di gas. Lo stoccaggio sarebbe già salito all' 82% e sono aumentate le forniture da Usa, Norvegia, Algeria e altri paesi. Prima dell'invasione, la Russia rappresentava il 40% del gas importato, quella percentuale oggi sarebbe scesa a solo il 9%.

Rimane il problema dell'aumento vertiginoso delle bollette. Compito che spetterà ai ministri dell'energia che si riuniranno domani. Von der Leyen ha anticipato che verrà separato il costo del gas dal prezzo dell'elettricità. Il piano punta sulla riduzione dei consumi. Inoltre si pensa a un tetto ai ricavi per le aziende che realizzano profitti sull'elettricità a basso costo prodotta dalle energie rinnovabili insieme a un contributo solidale da parte delle compagnie di combustibili fossili. Previsti aiuti alle aziende energetiche in difficoltà a causa della volatilità del mercato dell'energia con un supporto di liquidità A Bruxelles non regna una fiducia assoluta per i soliti veti incrociati e gli interessi contrapposti. Lo scenario che potrebbe rivelarsi sarebbe quello di un pacchetto di misure molto più moderato.