Il deposito degli atti davanti ai Giudici di Pace attraverso la piattaforma del Processo civile telematico (Pct) continua a presentare molte criticità con conseguente funzionamento a singhiozzo del servizio. «E pensare che la digitalizzazione avrebbe dovuto agevolarci nel nostro lavoro», commenta sconsolato l’avvocato Francesco Lombardo del Foro di Palermo. Le difficoltà sono all’ordine del giorno (si veda anche Il Dubbio del 12 e del 14 luglio). «Entrare nel sistema – spiega Lombardo – è a dir poco un’impresa. Con il dispositivo e il gestionale in mio possesso non riesco ad entrare nel fascicolo telematico e di conseguenza diventa difficile, se non impossibile, consultare gli atti eventualmente presenti».

In questo contesto problematico, che va da Nord a Sud, non mancano soluzioni originali che i professionisti sono costretti a mettere in campo. «Mi ha contattato – dice l’avvocato Lombardo - una collega, la quale mi ha riferito che se mi fossi collegato al Punto di accesso Toscana (il servizio della cancelleria telematica messo a disposizione dalla Regione Toscana per i servizi ministeriali del Pct, ndr) – avrei potuto visionare, in riferimento ad un fascicolo che mi riguarda, le comparse. Peccato, però, che, nonostante la possibilità di consultare questa tipologia di atti, non sia possibile accedere agli allegati a quanto pare non caricati nel sistema. Sono impossibilitato, pertanto, ad avere un quadro completo della difesa della controparte e a mia volta non posso difendere al meglio il mio assistito».

A queste difficoltà si aggiungono altre di carattere operativo con conseguenze sul lavoro non solo degli avvocati, ma pure dei Giudici di Pace. «I tempi delle udienze – evidenzia Lombardo - si dilatano oltre ogni immaginazione. I verbali sono a tempo e quando si entra ed esce dal sistema sono inevitabili le ripercussioni sulla durata delle udienze. Alcune si concludono nel pomeriggio inoltrato. Io comprendo l’esigenza di connotare da un punto di vista tecnologico gli uffici dei Giudici di Pace, ma non avere una adeguata infrastruttura telematica è semplicemente paradossale. Io sono costretto a ricercare il canale più adeguato, quando ho il mio portale e il mio dispositivo che dovrebbero già essere sufficienti per svolgere tutti gli adempimenti».

E se la collega non avesse segnalato la possibilità di utilizzare il Punto di accesso telematico della Regione Toscana? «Non avrei potuto consultare il fascicolo che mi interessava. Una vera e propria beffa», risponde Francesco Lombardo. In queste condizioni gli avvocati sono costretti a fare, seppur in maniera telematica, una sorta di viaggio in Italia nella giustizia. «Per visionare i miei fascicoli – aggiunge l’avvocato di Palermo – mi devo registrare in un sito della Regione Toscana, nonostante io sia dotato dei miei dispositivi. Lavorare così è davvero assurdo. Ho cause in tutta Italia, anche perché mi occupo di tematiche legate al trasporto aereo, il telematico è una grande comodità, facilita di gran lunga il nostro lavoro, ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di operare senza intoppi. A ciò si aggiungano le difficoltà che affrontano i cancellieri, costretti ad utilizzare strumentazione datata. A Lamezia Terme mi è capitato che neanche il Giudice fosse in grado di vedere un atto difensivo di parte. Situazioni critiche si registrano nei grossi Fori come Palermo, Catania, Napoli».

I problemi, purtroppo, continuano anche su un altro fronte. Le presidenti delle Camere minorili di Verona, Padova e Venezia (le avvocate Erminia Contini, Luciana Sergiacomi, Enrica De Lazzari) hanno segnalato al presidente del Tribunale per i Minorenni di Venezia le difficoltà nel depositare gli atti. «A titolo esemplificativo – evidenziano - indichiamo: la mancata accettazione, il mancato invio delle conferme di deposito, la ricezione di messaggi di errore che dovrebbero essere lavorati manualmente dalle cancellerie in questi giorni molto oberate per il passaggio al sistema Sicid». Il rischio è che venga compromessa la tempestiva tutela dei diritti delle parti coinvolte nei procedimenti. Di qui una richiesta precisa delle Camere minorili di Verona, Padova e Venezia: la possibilità di depositare gli atti delle parti anche via pec o mediante deposito cartaceo, così come previsto anche in altri Tribunali per i Minorenni. «Siamo disponibili – scrivono le avvocate Contini, Sergiacomi e De Lazzari - a collaborare per far funzionare il nuovo sistema, nell’auspicio che quanto meno fino al 30 settembre 2023 la nostra richiesta possa trovare accoglimento».