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Il “CAPITANO” INCORONATO LEADER ALLE NOZZE DEL CAV
Il centrodestra in fibrillazione si ritrova a riprendere i lavori in Parlamento dopo il weekend dedicato al nuovo ( finto) matrimonio di Silvio Berlusconi con Marta Fascina. L’evento, osservato al microscopio da tutti i media, è servito anche ad alimentare ulteriore polemiche interne. L’incoronazione di Matteo Salvini come «unico vero leader» da parte di Silvio Berlusconi non è passata sotto traccia, così come la circostanza che Salvini sia stato l’unico capo di partito invitato alla cerimonia. Niente presenza per Giorgia Meloni e gli altri, ma anche per i ministri di Forza Italia che sono rimasti, a dir poco perplessi.
Le esternazioni politiche di Berlusconi sono state percepite come una vera e propria presa di distanza dal proprio partito, mentre l’incoronazione di Matteo Salvini, considerato anche il periodo di scarsa popolarità che vive il leader del Carroccio, è sembrata inopportuna. E spiegarla con il sostegno dato da Salvini al Cavaliere nel momento dell’elezione del presidente della Repubblica non convince i più.
In ogni caso, a bocce ferme, si è provato a spegnere ogni polemica. Da Antonio Tajani, presente al matrimonio, passando per i big di Fdi si è preferito non rilasciare commenti e inquadrare le parole di Berlusconi di tipo personale e non politico. Di certo, però, il viatico non è stato dei migliori per la ripresa dei lavori parlamentari che ieri avevano in agenda la ripresa della discussione sulla riforma della Costituzione per introdurre il presidenzialismo e l’elezione diretta del presidente della Repubblica. Una riforma targata Fdi e che già la scorsa settimana aveva provocato non poche polemiche interne alla coalizione del centrodestra. Durante l’ultima seduta della Commissione Affari Costituzionali era stato approvato un emendamento soppressivo del primo articolo del testo, proposto da Fratelli d'Italia. I voti a favore dell'emendamento erano stati 21 ( M5s- Pd, Leu e Alternativa), mentre i contrari erano stati 19 ( gli esponenti del centrodestra), con l’astensione di Italia Viva. A pesare sull’esito della votazione, sono state due assenze tra i banchi del centrodestra: Anna Grazia Calabria è risultata assente per Forza Italia e Christian Invernizzi, invece, è risultato assente per la Lega.
La discussione in Aula ieri si è mantenuta generica, senza entrare nel merito, e con un rinvio alla prossima riunione utile. Non sono mancate, tuttavia, le polemiche tra gli esponenti del centrodestra ( di Fdi soprattutto) e i rappresentanti delle forze di centrosinistra. Ma le parole del deputato meloniano Fabio Rampelli sono chiare anche per quel che riguarda il precario stato di salute dello schieramento di centrodestra. «L’elezione diretta del Presidente della Repubblica, con tutte le modificazioni che Fratelli d'Italia ha proposto in questa legge di riforma costituzionale che stiamo discutendo – ha detto Rampelli durante i lavori - evidentemente non ha scosso adeguatamente le coscienze. Forse, ha scosso poco anche le coscienze di quella parte del centrodestra che ha sottoscritto nel 2018, congiuntamente, nel al rispetto degli accordi di programma e una condotta coerente durante i lavori parlamentari. Il nuovo asse Berlusconi- Salvini, seppure esternato durante una cerimonia privata, preoccupa non poco il partito di Giorgia Meloni che, seppure vede crescere il proprio consenso nei sondaggi, potrebbe nuovamente trovarsi ai margini, se Lega e Fdi dovessero davvero fare squadra e prepararsi, lungo questa via, all’indicazione del futuro candidato premier. Non solo. Fdi è preoccupata anche del calo di consensi di Salvini e Berlusconi che, ovviamente, non potranno continuare ad essere intercettati da Giorgia Meloni e finirà, presto o tardi, a rimpolpare aree moderate che magari guardano al centrosinistra. I sovranisti, poi, sono fortemente in imbarazzo, in Italia e in Europa, per l’effetto della crisi innescata da Vladimir